NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

sabato 27 gennaio 2024

Saggi storici sulla tradizione monarchica - VI

 

GLI IMPERATORI DELLA CASA DI SASSONIA.

 

La morte di Ludovico il Pio, che già, durante il suo regno aveva dovuto combattere contro le pretese dei suoi successori, affrettò la fine dell'impero di Carlo Magno; fin dall'830 le tre principali masse nazionali, Italia, Francia e Germania andarono sempre più nettamente delineandosi nel mosaico di popolazioni che formavano l'impero; l'autorità dei conti e dei marchesi si fece più forte. Soltanto un uomo di tempra eccezionale avrebbe potuto riportare lo stato nelle primitive condizioni, ma i successori di Carlo Magno si mostrarono poco energici e inabili al governo. L'ultimo di essi Carlo il Grosso, che almeno di nome era riuscito a riunire sotto di se tutti i paesi dell'impero, non seppe neppure resistere ai barbari che premevano ai confini e nell'887 fu costretto a deporre la corona. Dalla dissoluzione del suo impero uscirono cinque regni: Francia occidentale, Francia orientale (poi detta Germania), Alta e Bassa Borgogna e Italia.

 

Il regno d'Italia comprendeva gran parte della penisola, meno lo Stato della Chiesa, il ducato di Benevento e i domini bizantini dell'Italia meridionale, in parte conquistati dagli arabi che andavano sempre più estendendo la loro potenza nel Mediterraneo. I feudatari italiani elessero Re uno di loro: il Marchese del Friuli Berengario ma questi per dieci anni dovette lottare contro le ambizioni dei Duchi di Spoleto; poi nell'899 gli Ungari, barbari di razza mongola venuti dalla regione degli Urali, si rovesciarono sull'Italia. Berengario li sconfisse al Brenta, ma essi riuscirono a passare gli Appennini, facendo scorrerie in Emilia.

 

 

 

Il regno di Berengario fu lungo, ma funestato da lotte intestine, fomentate dai suoi avversari che gli contrapposero prima Ludovico re della Bassa Borgogna e in seguito Rodolfo re dell'Alta Borgogna. 

Questi finì coll'avere il sopravvento sul rivale che nel 924 veniva ucciso a tradimento in una chiesa di Verona, dopo trentasei anni di agitatissimo regno. 

Approfittando della caotica situazione italiana riuscì al feudatario Ugo di Provenza di impadronirsi del potere; egli ebbe il merito di respingere gli Ungari che si erano riaffacciati minacciosi e di restituire alla capitale Pavia il suo antico splendore, ma fu poi costretto dal potente Berengario marchese di Ivrea a ritirarsi in Provenza ove mori nel 947, cedendo la corona al figlio Lotario.

 

Nel 950 anche Lotario moriva, forse avvelenato da Berengario che si fece subito incoronare Re; ma la vedova di Lotario, Adelaide si rivolse al re di Germania, Ottone di Sassonia che sceso in Italia sposò Adelaide e si proclamò Re, lasciando a Berengario il regno come vassallo. Berengario II non mantenne però la fede giurata ed allora Ottone sceso una seconda volta in Italia, si fece incoronare Imperatore nel 962 e dopo due anni, vinto definitivamente Berengario II, lo mandò in esilio.



Con Ottone I ha inizio l'unione stabile fra le corone di Germania d'Italia e dell'Impero, cioé quello che fu definito il Sacro Romano Impero della Nazione Germanica. Ottone I confermò al Papa le donazioni carolinge e mirò ad affermare la sua autorità anche sull'Italia meridionale contro i bizantini, ma fu poi conclusa una pace con la quale si riconosceva la sovranità dell'impero occidentale su Capua e Benevento, lasciando il resto all'orientale. Il patto fu cementato dalle nozze fra il figlio dell'imperatore, ottone II e la principessa greca Teofano. (972)

 

Una particolare politica svolse Ottone III, che della madre greca subì fortissimo l'influsso; mentre Roma era dilaniata dai due partiti, imperiale e autonomista, rispettivamente rappresentati dai Conti dì Tuscolo e dai Crescenzi, egli cercò di realizzare nel suo impero, una vera rinascita dell'antica romanità, governando da Roma la società romano cristiana d'accordo con il Pontefice nel temporale e nello spirituale. Egli diede ai suoi funzionari nomi greci e romani e comandò ai giudici di) attenersi all'antico diritto romano; i suoi progetti furono però troncati dalla morte che lo colse ventiduenne nel 1002, Mentre assediava Roma che si era ribellata al potere imperiale.


Ultimo imperatore della casa Sassone fu Enrico II pronipote di di Ottone I il grande, sotto il quale il potere imperiale declinò, obbligando il sovrano a prendere ogni decisione con i grandi principi del'impero, riuniti in assemblee dette diete. Egli continuò la politica ecclesiastica dei suoi predecessori, favorendo i feudatari ecclesiastici e interferendo spesso nelle loro designazioni e nomine. Alla sua morte, nel 1024, lasciò l'Italia stremata dalla lotta delle fazioni, ora favorevoli ora avverse al potere imperiale, che aveva ormai gettato i semi della futura discordia con il Papato.


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