NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

domenica 14 gennaio 2024

Alla Regina Elena

di Monia Pin

 
Penso che il cielo l'abbia sempre amata, le aveva dato due splendidi occhi azzurri, uno sguardo materno e penetrante che faceva presagire tutto quella sensibilità sopraffina che viveva dentro la sua anima. Ed Elena ricambiava quell'amore per il cielo tanto che firmava i suoi poemi con una farfalla dalle ali dipinte d’azzurro, era forse il modo di siglare con leggerezza e grazia ogni parola, così che raggiungesse in volo ogni cuore che leggeva i suoi versi. Il cielo l’amava, aveva deciso per lei un destino che avrebbe lasciato un solco profondo nella sua vita ma il suo immane desiderio di donarsi agli altri avrebbe benevolmente segnato anche e soprattutto le esistenze di quanti riconobbero in quell’animo gentile e deciso una bontà senza limiti, una misericordia che sgorgava come acqua fresca e cristallina dalla sorgente di una Fede incrollabile in Dio. 
Amo pensare che abbia incontrato il Principe Vittorio Emanuele in una giornata di sole e che il cielo abbia sorriso ogni volta che la nascita di un figlio ha allietato le loro vite, e che a loro tutti abbia cinto i capi con corone che nessun potere terreno può togliere ma che solo l’amore di Dio può dare.Certo c’erano anche le lacrime ad aspettare la Regina Elena lungo il tortuoso percorso della vita, la sofferenza della perdita prematura di una figlia, poi dell’adorato marito, nel mezzo lo strazio dell’esilio, come vivesse in un turbine di sofferenza che sembrava voler spegnere la sua indole buona e generosa. Ma non fu così. 
Quella scintilla che le aveva regalato il cielo non smetteva di splendere dentro il suo spirito indomito e la spingeva ad aprire le sue braccia al prossimo con l’umiltà di una donna coraggiosa e credente che leniva il dolore di ogni essere umano. La fede rendeva sempre viva la fiamma ce scaldava la sua vita e le vite di chi le stava accanto, al quale offriva con generosità il tepore del conforto che andava ben oltre l’aiuto materiale. La sua anima accoglieva le altre attorno al fuoco di un amore sincero, puro, seguendo quella via che Dio aveva tracciato per lei fin dalla nascita. E tutto ciò che donava le tornava in termini di rispetto e affetto, una ricchezza di valori che neppure la malattia intaccò, tanto era ferrea la sua volontà di spargere speranza e sorrisi tra i poveri, gli orfani, gli ammalati, qualsiasi persona le si approcciasse alla ricerca di sollievo. 
Lei soffrì la malattia come patì l’esilio, in silenzio ma sempre dispensando quella felicità che il tempo e la storia le avevano negato. Ma la vita è portare a compimento un disegno divino nonostante tutto e tutti ed il suo era un capolavoro pennellato con la tonalità di una luce intensa ed inesauribile. La sua regalità risiedeva nella semplicità di essere sé stessa, una donna che amava profondamente e intensamente la famiglia, il prossimo, l’Italia ed il suo popolo. 
Forse avrebbe voluto essere proprio come la farfalla azzurra che siglava strofe in gioventù, e muovere con leggiadria le ali per solcare i cieli della sua adorata Italia, osservare le onde che ne bagnano le splendide sponde o perdersi tra i fiori di montagna ascoltando la voce delle cime omaggiarla di un verso portato dal vento. Non sapremmo mai cosa lei pensasse in quegli ultimi giorni, di certo l’affetto degli italiani non mancò e sono certa lo abbia sentito, probabilmente le è arrivato come una ventata d’aria fresca e ha respirato quel sentimento con gioia prima di socchiudere gli occhi. La sua sensibilità andava oltre i limiti materiali, era lontana fisicamente ma vicina con il cuore, è una sensibilità che solo le anime predilette ricevono in dote per mettersi al servizio del bene. 
Nei suoi occhi rimasero di certo vividamente impresse le immagini di quella Patria lasciata troppo presto, il suo spirito aveva assorbito ogni emozione vissuta e tutto ciò se l’era portato via , elevandosi verso quel cielo che l’amava da sempre e da lì lei ci ama ancora,in una forma nuova, trascendente, oltrepassando i falsi confini della morte per proteggerci da lassù per l’eternità, proprio come una mamma che non lascia mai soli i suoi figli. Di certo nemmeno noi non l’abbiamo dimenticata, il suo nome è sinonimo di bontà e amore avvolto dal nostro dorato dell’umiltà che sa rendere una donna regina non solo di un popolo, ma di tanti cuori che ancora l’amano, tramandone la memoria. 
Quando siete infelici o sofferenti, volgete lo sguardo verso l’alto e pensato a due occhi che teneramente vi guardano, ascoltando in silenzio il vostro dolore per restituirvi una serenità che non immaginavate più di sentire. E chissà, magari nel mentre vi sfiorerà una farfalla o il suono delle parole scritte da una principessa che l’azzurro ce l’aveva nell’anima da sempre.
 

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