NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

venerdì 15 aprile 2022

La Monarchia dal 22 a domani - XI parte


A ROMA

Badoglio si era subito, dimesso ed era stato formato un nuovo Gabinetto con la presidenza dì Bonomi e colle rappresentanze dei sei partiti — si era aggiunta la Democrazia del lavoro — con ben sette Ministri senza portafoglio. Si inizia così quell'esarchia, che rafforzata poi dall'apparto dei C.L.N. dopo la liberazione del Nord, doveva permettere ai sei partiti di detenere il potere governativo anche quando era da tempo finito lo scopo per cui essi erano sorti. 

Intanto appena al potere i Ministri decisero che il giuramento anziché alla Corona fosse fatto alla Patria, impegnandosi tuttavia ad astenersi da ogni controversia sulla questione istituzionale fino a quando non fosse stata risolta da parte del popolo la scelta tra la Monarchia o la Repubblica.

Nel settembre Churchill, fa un giro in Italia per visitare le truppe inglesi combattenti, in realtà è lecito supporre, per rendersi conto del come siano le cose, e il 27 riferisce ai Comuni dicendo «di aver potuto avvicinare i rappresentanti dei sei partiti all' ambasciata inglese e di aver avuto colloca con Bonomi, presente anche Badoglio, che sono amici». E aggiunge ancora «Ho avuto un colloquio col Luogotenente Generale, la cui sincerità ed entusiasmi per la causa degli Alleati va di pari passo e il cui prestigio presso la, popolazione va crescendo di giorno in giorno»; il che confermerebbe la voce che allora correva, che egli avesse detto che in Italia aveva. trovato due ingegni realmente superiori: il Pontefice e il Luogotenente Generale.

Intanto gli urti tra i partiti borghesi ed i social-comunisti in seno al Governo si facevano sempre pii forti, tanto che Bonomi è costretto il 26 novembre a dare le dimissioni.

Il Luogotenente dà opera per la costituzione del nuovo ministero con le consuete consultazioni degli uomini politici più indicati; e il corrispondente dell'Agenzia Reuter, Cedi Sprigge, in data 10 dicembre, non manca di osservare che «nella soluzione della crisi italiana ha avuto una parte molto importante il Luogotenente Generale del Regno, il quale fino allora era stato praticamente ignorato». Egli precisa che il Principe Umberto ha svolto un'azione personale per impedire un'aperta rottura tira i partiti in lotta». La crisi Sfocia il 10 dicembre con la costituzione del secondo Ministero Bonomi, con solo quattro dei sei partiti, esclusi il socialista e quello d'azione.

Era stata questione grossa il caso Sforza, essendosi ritenuto in America che l'Inghilterra fosse stata contraria alla sua nomina. Churchill nella seduta ai Comuni dell'8 stesso mese, non aveva creduto tacere il suo punto di vista dichiarando: «E' un errore affermare che noi abbiamo opposto un, veto alla nomina del Conte Sforza a primo Ministro o a Ministro degli Esteri; soltanto il popolo italiano potrebbe fare ciò... Tutto ciò Che noi abbiamo a dire a questo proposito è che non abbiamo fiducia nel Conte Sforza... » (1.)

Il secondo Ministro Bonomi ebbe vita travagliata; durò tuttavia fino alla liberazione del Nord, quando i C.L.N. che, capeggiando i partigiani nelle loro operazioni contro il nemico avevano concordato col Governo Nazionale, che, caduta la sedicente repubblica sociale, avrebbero temporaneamente e subito dopo l'eclissarsi dei tedeschi e dei repubblicani, assunta l'immediata amministrazione dei territori liberati, reclamarono la loro partecipazione al Governo. La campagna contro il Ministero, iniziata a mezzo Maggio, si fece tanto pressante che Bonomi ai primi di giugno ritiene urgente la formazione del nuovo Governo. I C.L.N. si agitano e i rappresentanti dei sei Partiti si accapigliano; Bonomi acconsente di prorogare la crisi, ma, aggravandosi sempre più la situazione, il 12 rassegna le sue dimissioni.

Il Luogotenente Generale inizia subito le sue consultazioni con le consuete personalità politiche, mentre i segretari dei sei partiti aderenti ai C.L.N. Parri, già partigiano collo pseudonimo di «Maurizio» appartenente al Partito d'Azione. Interviene la Commissione Alleata a ricordare che il Governo dovrà continuare a rispettare la tregua istituzionale e potrà governare solo sulle 43 Provincie consegnate alla sua amministrazione, mentre nelle rimanenti non avranno vigore le leggi italiane se non in quanto sieno espressamente estese ed applicate dal Governo Militare Alleato, che resta l'unico Governo nella provincia del Nord. Consultazioni fra i diversi Partiti, mentre il Luogotenente Generale prosegue nelle sue consultazioni fra gli uomini dei diversi partiti e finalmente si viene ad un accordo e il 20 giugno nasce il Ministero Parri coi rappresentanti di tutti sei i Partiti.

 

1) Giornale «l’Italia» dal 10 dicembre 1944.


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