NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

giovedì 11 novembre 2021

Perché resta attuale il “De Monarchia” di Dante

Il testo dantesco rivela, soprattutto a chi lo esamini alla luce dei principi senza tempo della Tradizione, la sua valenza metapolitica e, dunque, mondato dalle contingenze storiche che ne accompagnarono la nascita, mostra la sua sostanziale attualità in un momento di crisi profonda nel quale il nostro futuro appare incerto e velato da ombre minacciose

di Roberto Russano  

 

Dante politico

Tra le opere composte da Dante Alighieri la Monarchia, o De Monarchia come viene tralatiziamente indicata, costituisce un trattato politico in tre libri risalente agli ultimi anni di vita del genio fiorentino con il quale egli intervenne per sostenere l’origine divina e diretta del potere imperiale contro le pretese papali che riconoscevano all’imperatore una semplice potestas indirecta in temporalibus. Papa Bonifacio VIII appena qualche anno prima della stesura dell’opera dantesca aveva ribadito la tesi pontificia con la bolla Unam Sanctam mentre Dante, da buon ghibellino, aveva sposato, con alcuni temperamenti formali, la “teoria dei due soli”, formulata sul finire del V secolo d.C dal Pontefice Gelasio I in una lettera all’imperatore d’Oriente Anastasio e l’aveva difesa, con dovizia di argomenti ricavati in massima parte dall’ autorità delle Sacre Scritture , nel terzo libro del suo trattato giungendo alla conclusione che “ la facoltà di conferire il potere nella sfera temporale è contraria alla natura della Chiesa”(III,XIV,9).

 

Impero e Chiesa Cattolica

Una lettura superficiale del testo dantesco può trasmettere al lettore l’impressione di trovarsi in presenza di un lavoro inevitabilmente datato, destinato agli specialisti del pensiero politico medievale alla stregua della cospicua messe di scritti che nel corso del medioevo sostennero, nella lunga disputa per la supremazia che coinvolse il papato e l’impero, le ragioni dell’una o dell’altra istituzione o, al massimo dinanzi ad un testo certamente fondamentale per ricostruire il pensiero politico dantesco ma, in sostanza, privo di attualità.

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