NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

domenica 28 novembre 2021

La Regina dal cuore gentile

 di Emilio Del Bel Belluz 



Il 28 novembre 1952 moriva in terra d’esilio, a Montpellier, Elena di Savoia, seconda Regina d’Italia, consorte di Re Vittorio Emanuele III e madre di Umberto II, Re d’Italia. Quando si pensa alla Regina Elena viene in mente la figura della madre che si prodigò senza risparmiarsi verso tutti gli italiani e tutto quello che aveva lo dava ai poveri. Basti pensare che nel periodo della Grande Guerra trasformò le sontuose stanze del Palazzo del Quirinale in ospedale militare si mise a curare i feriti, vegliare i  moribondi e lavare i cadaveri.  
Il primo ferito ospitato nell’ospedale della Reggia era un militare bergamasco che venne ricoverato in gravi condizioni, la mattina del 3 agosto del 1915. La Regina si prese cura di quel poveretto come una madre. Lo vegliò giorno e notte, gli teneva la mano, gli asciugava il sudore della  fronte mentre pregava per lui e piangeva in silenzio per non disturbare le sue ultime ore di agonia. Quando morì, fu lei a chiedergli gli occhi, con lo stesso cuore che avrebbe fatto una madre. 
Per la  Sua bontà ineguagliabile  e per la sua abnegazione nei confronti delle persone più sfortunate, Le fu concessa da papa Pio XII, - La Rosa d’oro della Cristianità - e fu nominata “Venerabile”. 
Nel periodo in cui si trovava in esilio, dopo la morte del marito, continuò ad aiutare i poveri attingendo dalle sue sostanze in modo totale, da essere richiamata dal suo amministratore che le fece presente che la sua situazione economica stava diventando difficile. 
Una sentenza antica diceva: “Genitoribus atque magistris, nunquam satis. “ Ai genitori e ai maestri non si rende mai abbastanza”. La Regina Elena si comportò non solo come una madre ma fu un lucido esempio di buona cristiana che aveva donato la sua esistenza al prossimo. Alla sua morte il Papa Pio XII inviò al figlio, S. M. Umberto di Savoia, il seguente telegramma: “Al lutto che ferisce in  Vostra Maestà il cuore di figlio, alla fede che ne consola il dolore uniamo le nostre suppliche alla Divina Misericordia per la eletta defunta Regina Signora della carità benefica ed inviamo per la Maestà Vostra e la Sua Augusta Famiglia la nostra Apostolica Benedizione”. 
Mi auguro che Papa Francesco possa riconoscere il grande percorso umano della Venerabile Regina Elena e il suo ruolo di Madre di tutti gli italiani e possa innalzarla agli onori degli altari.

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