NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

giovedì 24 settembre 2015

Monarchici a Terni

Nel centro di Terni un gazebo dell’Unione Monarchica: “Torniamo al Re”

A Corso Tacito sventola il Tricolore con lo stemma sabaudo

Un Tricolore un po'  diverso da quello solito che siamo abituati a vedere . Un Tricolore con lo stemma sabaudo , vessillo di Casa Savoia. E' quello che è apparso in Corso Tacito, ieri pomeriggio.  Per una iniziativa dell'UMI , Unione Monarchici Italiani . Il Presidente regionale, Maurizio Ceccotti spiega che 
l'incontro - serve a ricordare anche agli abitanti di Terni che la Monarchia non è un'Istituzione superata ma che i dieci paesi del nostro continente in cui vi è un Sovrano (Inghilterra, Spagna, Norvegia, Svezia, Belgio, Olanda, Danimarca, Lussemburgo, Liechtenstein, Monaco) sono un invidiabile modello da prendere d'esempio quanto a democrazia, benessere sociale ed economico. Dopo Perugia ed Assisi abbiamo deciso di farci vedere e di distribuire del materiale informativo anche a Terni, con ottimi risultati. Tanti i ternani che hanno dimostrato apprezzamento per l'idea, hanno richiesto materiale e bandiere e ci hanno incoraggiato ad andare avanti".
Il segretario nazionale U.M.I. Davide Colombo, spiega che  " con l'articolo  139 i padri costituenti sancirono l'immutabilità della Repubblica, prendendo una drastica e discutibile decisione anche  per le generazioni successive, di fatto limitando la sovranità popolare sancita dal primo articolo della Carta vigente. L'U.M.I. - prosegue Colombo - da anni ha fatto propria la battaglia per l'abrogazione dell'articolo 139 che rende antidemocratica e contraddittoria la Carta costituzionale. E' una questione di civiltà, non ha senso che gli italiani non abbiano il diritto di potersi esprimere su una questione tanto importante quale l'assetto istituzionale. Una simile consultazione popolare è stata fatta persino in paesi come il Brasile e l'Albania ma in Italia è vietato. L'abrogazione del 139 non è solo una questione di principio ma una vera e propria battaglia di libertà che non dovrebbe essere sostenuta solo dai monarchici, ma da tutti gli italiani che di fatto vivono in una democrazia mutilata".
Tra i partecipanti molti ragazzi, che si riuniscono sotto la sigla del Fronte Monarchico Giovanile, il movimento under 30 dell'U.M.I. Non si possono di certo definire nostalgici, anzi, si arrabbiano se vengono chiamati così. "Non siamo monarchici perché legati ad un passato che fa parte della nostra storia ma che è lontano e che non abbiamo vissuto. Noi abbiamo conosciuto questa repubblica...e non ci piace per nulla." dice Alessandro, militante F.M.G. diciannovenne di Amelia.

NOSTALGIA DELLA MONARCHIA
Ieri pomeriggio i ternani che si trovavano a passeggiare per le vie del centro hanno trovato qualcosa di insolito: in largo Villa Glori, traversa di corso Tacito, c’era un gazebo ornato da tricolori sormontati dallo scudo di Casa Savoia. Probabilmente da decenni non si vedeva per le vie della città quella bandiera. Si trattava dell’iniziativa dell’Unione Monarchica Italiana.
“L’iniziativa – spiega il Presidente regionale dell’U.M.I. Maurizio Ceccotti, promotore dell’incontro – serve a ricordare anche agli abitanti di Terni che la Monarchia non è un’Istituzione superata ma che i dieci paesi del nostro continente in cui vi è un Sovrano (Inghilterra, Spagna, Norvegia, Svezia, Belgio, Olanda, Danimarca, Lussemburgo, Liechtenstein, Monaco) sono un invidiabile modello da prendere d’esempio quanto a democrazia, benessere sociale ed economico. Dopo Perugia ed Assisi abbiamo deciso di farci vedere e di distribuire del materiale informativo anche a Terni, con ottimi risultati. Tanti i ternani che hanno dimostrato apprezzamento per l’idea, hanno richiesto materiale e bandiere e ci hanno incoraggiato ad andare avanti”.
Su un lato del gazebo monarchico uno striscione con scritto a caratteri cubitali: abroghiamo l’articolo 139. Il Segretario nazionale U.M.I. Davide Colombo, giunto appositamente da Roma per l’iniziativa, spiega che con il 139 i padri costituenti sancirono l’immutabilità della repubblica, prendendo una drastica e discutibile decisione anche per le generazioni successive, di fatto limitando la sovranità popolare sancita dal primo articolo della Carta vigente. “L’U.M.I. – prosegue Colombo – da anni ha fatto propria la battaglia per l’abrogazione dell’articolo 139 che rende antidemocratica e contraddittoria la Carta costituzionale. E’ una questione di civiltà, non ha senso che gli italiani non abbiano il diritto di potersi esprimere su una questione tanto importante quale l’assetto istituzionale. Una simile consultazione popolare è stata fatta persino in paesi come il Brasile e l’Albania ma in Italia è vietato. L’abrogazione del 139 non è solo una questione di principio ma una vera e propria battaglia di libertà che non dovrebbe essere sostenuta solo dai monarchici, ma da tutti gli italiani che di fatto vivono in una democrazia mutilata”.

Per tutta la giornata il gazebo è stato meta di curiosi e, vista la particolarità dell’argomento, in molti lo hanno fotografato. Tra i partecipanti molti ragazzi, che si riuniscono sotto la sigla del Fronte Monarchico Giovanile, il movimento under 30 dell’U.M.I che si arrabbiano se vengono definiti nostalgici: “Non siamo monarchici perché legati ad un passato che fa parte della nostra storia ma che è lontano e che non abbiamo vissuto. Noi abbiamo conosciuto questa Repubblica e non ci piace per nulla” dice Alessandro, militante F.M.G. diciannovenne di Amelia, che ha trascorso il pomeriggio a distribuire ai passanti un volantino con la comparazione tra i costi delle Monarchie e delle repubbliche. Il Quirinale repubblicano costa ai contribuenti italiani sei volte quanto Buckingham Palace costi ai cittadini britannici.

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