NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

lunedì 12 settembre 2022

Esempio-Inghilterra. Ma quale presidenzialismo, meglio la Monarchia

 Confesso, sono un “presidenzialista” pentito.


di Fabio Torriero

Negli anni Novanta mi sono battuto alacremente sul piano culturale, giornalistico, politico, per la “via italiana al gollismo”. Ritenevo che il caos originato e causato dalla frammentazione del sistema elettorale della nostra prima Repubblica, potesse essere equilibrato, contemperando la rappresentanza democratica con la governabilità garantita. E ho partecipato direttamente al lungo dibattito tra il presidenzialismo, voluto dalla destra (in realtà un’idea molto italiana, proposta nella nostra storia istituzionale dall’azionista Calamandrei, dal repubblicano Pacciardi, dal dc Segni leader di Europa Settanta, da Almirante, ma anche da Craxi etc); il premierato (modello esistente solo in Polonia e Israele), e i sostenitori della Bicamerale o della Costituente.
Come noto poi, ogni tavolo bicamerale (i famosi patti della Crostata) è finito in un nulla di fatto.
Ed è sconsolante vedere ora che l’intera questione venga riproposta in modo astratto, ideologico ed elettoralistico. Usando le medesime parole, i medesimi teoremi di allora.
Una sorta di depistaggio di massa, per evitare l’analisi dei problemi e delle emergenze vere (energia, economia, pandemia, mancanza di classi dirigenti degne del nome).

Pentito perché oggi la realtà è molto cambiata. In presenza dei social, delle nuove condizioni generali, del commissariamento di fatto della politica, che vede ciclicamente poteri forti, Bruxelles e tecnici, dettare la linea, e le varie nomination da fiction tv, ogni volta che si deve decidere l’inquilino del Colle (i giochi vergognosi dei partiti che hanno preceduto la riconferma prima di Napolitano, poi di Mattarella), il popolo avrebbe scelto e sceglierebbe il demagogo di turno o il capo di moda, o il personaggio sulla cresta dell’onda.
La peggiore pancia del paese avrebbe incoronato nell’ordine Di Pietro, Berlusconi, Monti, Renzi, Salvini, Draghi, per poi ghigliottinarli l’anno successivo (consenso liquido).

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