Confesso, sono un “presidenzialista” pentito.
di Fabio Torriero
Come noto poi, ogni tavolo bicamerale (i famosi patti della Crostata) è finito in un nulla di fatto.
Ed è sconsolante vedere ora che l’intera questione venga riproposta in modo astratto, ideologico ed elettoralistico. Usando le medesime parole, i medesimi teoremi di allora.
Una sorta di depistaggio di massa, per evitare l’analisi dei problemi e delle emergenze vere (energia, economia, pandemia, mancanza di classi dirigenti degne del nome).
Pentito perché oggi la realtà è molto cambiata. In presenza dei social, delle nuove condizioni generali, del commissariamento di fatto della politica, che vede ciclicamente poteri forti, Bruxelles e tecnici, dettare la linea, e le varie nomination da fiction tv, ogni volta che si deve decidere l’inquilino del Colle (i giochi vergognosi dei partiti che hanno preceduto la riconferma prima di Napolitano, poi di Mattarella), il popolo avrebbe scelto e sceglierebbe il demagogo di turno o il capo di moda, o il personaggio sulla cresta dell’onda.
La peggiore pancia del paese avrebbe incoronato nell’ordine Di Pietro, Berlusconi, Monti, Renzi, Salvini, Draghi, per poi ghigliottinarli l’anno successivo (consenso liquido).
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