NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

martedì 24 dicembre 2019

Sì, questo è un uomo

di Marcello Veneziani

I baffoni di Peppone, lo spirito di don Camillo, l’ardore di ambedue. E dietro di loro i baffoni di Stalin e la voce di Gesù che parla al parroco esuberante.

Siamo a Natale del 1954. Giovannino Guareschi è in carcere per aver diffamato Alcide De Gasperi. Stette più di un anno in gattabuia. Quel Natale del ’54 non era il primo dei suoi Natali trascorso in carcere. Undici anni prima aveva passato un altro Natale in prigionia, nel campo di concentramento di Benyaminòv in Polonia e poi in Germania; vi rimase ben due anni, assieme agli altri soldati italiani. Era stato deportato perché come ufficiale d’artiglieria non aveva aderito alla Repubblica sociale ed era rimasto fedele al giuramento al Re e al Regno d’Italia.

In quel Natale da deportato aveva composto un testo tenero e struggente, Favola di Natale, in cui sognava il suo ritorno a casa, tra i suoi cari. Tornò dal lager stremato dopo quella lunga prigionia, pesava quaranta chili. Ma nel dopoguerra fondò il settimanale Candido e per il suo anticomunismo, il suo amor patrio, per giunta cattolico, fu accusato di fascismo… Destino cinico e beffardo.

[…]

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