NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

mercoledì 4 dicembre 2019

Dalla Brigata Savoia alla maglia granata del Toro!


Favria, 3.12.2019 Giorgio Cortese

Il Reggimento “Savoia Cavalleria” è uno dei più antichi e gloriosi della cavalleria dell’Esercito Italiano ed attualmente è inquadrato nella Brigata paracadutisti “Folgore”. 
Le sue origini risalgono alla fine del Seicento, quando avviene la trasformazione delle Gens d’Armes, formazioni di cavalleria pesante legate da rapporti feduali, milizie private dal feudatario. 
Nel 1692 viene discolta la Brigata di Gens d’Armes del Piemonte vennero costituiti due diversi Reggimenti, uno dei quali venne in un primo momento denominato Mombrison e poi None, dal nome dei comandanti. 
Nel medesimo anno assunse la denominazione di “Savoia Cavalleria”, dalla regione dove venivano reclutati i cavalieri. Durante l’assedio di Torino da parte degli ispano-francesi, durato ben cinque mesi, maggio – settembre 1706. Durante la battaglia la battaglia per liberare Torino un portaordini di Savoia Cavalleria, incaricato di recare informazioni sull’esito vittorioso dello scontro, pur gravemente ferito alla gola da un drappello avversario, riuscì a raggiungere Vittorio Amedeo dandogli la notizia prima di spirare. 
L’esclamazione del duca “Savoye, bonnes nouvelles” divenne da allora il nuovo motto del reggimento, così come si vuole che il filetto rosso che borda il bavero nero dello stesso reggimento, o per talune epoche, come l’attuale cravatta rossa, non sia altro che il simbolo del sangue che ha arrossato il colletto dell’ignoto portaordine. 
Perché questa storia con la maglia del Toro?

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