NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

giovedì 12 dicembre 2019

Il presepe nelle scuole


di Emilio Del Bel Belluz

Desidererei parlare del presepe, che in questo tempo è di grande attualità, come ogni anno. Ai miei tempi il presepe era fatto nelle scuole, negli ospedali, e nelle chiese. Ogni famiglia aveva in casa un cantuccio  dedicato al presepe. L’amore per la Natività si sentiva nell’aria già a Novembre. Ricordo che verso la fine di quel mese, toglievo dagli scatoloni le statuine, e mi mettevo a descriverle ai miei nipotini. Davanti al fuoco scoppiettante li raccontavo le tante difficoltà che il buon San Giuseppe e la Madonna avevano avuto per trovare un riparo per far nascere il Salvatore. Coglievo così l’occasione per spiegare loro che nella vita bisogna aver un cuore grande e accogliente verso chi soffre e patisce. Il prossimo è nostro fratello. Da bambino abitavo in una casa fredda. Il mio letto era riscaldato solo da delle grosse coperte, di cui una l’avevo ricevuta durante l’alluvione del 1966. Ricordo che  avrei voluto avere sotto le coperte, il Bambinello che tremava in quella stalla al freddo e al gelo. Pensavo che fossi fortunato ad avere un padre e una madre che provvedevano alle mie necessità. In questi giorni ho avuto una bella gioia nel sentire che il Papa ha raccomandato di fare il presepe.  Una frase che mi ha rincuorato dopo tante delusioni. Nel mio Veneto, nel paese di Mogliano, ci sono state delle polemiche sul presepe, pare che in una scuola elementare non lo vogliano fare. Può sembrare strano che, coloro che dovrebbero essere a favore di questa tradizione, non lo siano. Infatti, il vescovo di Treviso, Michele Tomasi ha detto: “ Il presepe non è un obbligo”. Anche l’insegnante di religione ha detto no al presepe. La dirigente scolastica replica: “La scelta fa parte di un progetto didattico”. Tanto se n’è parlato sui giornali che la preside ha rettificato la sua decisione. Ha, infatti, portato da casa un piccolo presepe, piuttosto di niente; si spera che il prossimo anno ce ne possa essere uno più grande e allestito proprio dai piccoli studenti. Sarebbe pure bello che nelle tante trasmissioni televisive, oltre all’albero si potesse ammirare anche il presepe, simbolo della Sacra Famiglia, in un mondo, dove il nucleo familiare tradizionale sta sempre più scomparendo.

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