NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

lunedì 14 ottobre 2019

Il libro azzurro sul referendum - XV cap - 5 - 9


Fermento popolare a Napoli

Fermento popolare a Napoli aumentato per le sanguinose repressioni: 19 morti, 114 feriti di cui 41 in gravi condizioni... Feriti a Piazza del Popolo a Roma... Censura preventiva sul giornale « Corriere espresso » di Palermo...

Fratture: determinazione dei Comitato Indipendentisti (1), (14 giugno)

Durante la riunione tenutasi ad Enna, il Comitato Nazionale Indipendentisti ha preso la seguente determinazione: «Il vincolo che ha finora unito il popolo siciliano al popolo italiano è stato il plebiscito del 1870, i cui termini furono: la Sicilia vuole l'Italia una e indivisibile con Vittorio Emanuele Re costituzionale e suoi discendenti. Annuendo a questa proposizione la Sicilia dimostrò il suo diritto di autodecisione e la sua piena sovranità. Il « referendum » decidendo in difformità alla maggioranza del popolo siciliano l'eliminazione dinastica, che per plebiscito costituì vincolo d'unione della Sicilia col Regno dei Savoia, ha sciolto di diritto il vincolo medesimo. Conseguentemente  la Sicilia con la caduta della Monarchia ha riacquistato la propria sovranità e il diritto della autodecisione non sussistendo più i presupposti dell'unione allora stabilita. Pertanto spetta alla Sicilia il diritto al plebiscito affinché liberamente e sovranamente si pronunci sui termini e sulla forza di una nuova unione con i popoli italiani ».

Commento del "Time and Tide" (15 giugno 1946)

«Un cambiamento e specialmente un drastico cambiamento istituzionale non è cosa da intraprendersi in fretta e furia; si deve ben ponderare la più antica massima conservatrice: " Quando non è necessario cambiare, è necessario non cambiare -. Particolarmente ciò vale nel caso dell'Italia, perché è innegabile che la Casa Savoia è stato il vincolo e il simbolo dell'unità del Paese » (2).

Il trapasso non fu legale

« Non possiamo non rilevare che la Corte di Cassazione viola apertamente la legge, facendo il computo dei voti e proclamando i risultati non definitivi, quando ancora addirittura mancavano i dati di molte sezioni ed anche quelli trasmessi erano variamente incompleti » (3).

« Nella mancanza dei processi verbali di quelle sezioni, la Corte di Cassazione non avrebbe dovuto per legge fare quella proclamazione (4).

Quasi una metà dei popolo italiano per il Re

« Nelle generose rinunzie... può servire di esempio luminoso la condotta di Umberto Il che tanta gravosa eredità ha assunto sulle sue spalle Del lungo periodo della sua luogotenenza e in quello così fugace ed amaro del suo regno... Tutti gli italiani devoti o avversi alla causa della Corona, dovranno altamente apprezzare questo gesto magnanimo suggerito dalla più pura carità di Patria, nel quale rivive il carattere generoso della stirpe dei Savoia, nobilitata dalla virtù eroica dei suoi Santi. Partendo in volontario esilio, egli lascia dietro a sé quasi una metà del popolo italiano, che pure in impari lotta, si è liberamente espresso in suo favore. Perché questa più che minoranza non divenga un elemento di congenita debolezza nella nuova forma dello Stato nascente, è imprescrittibilmente necessario che la relativamente esigua maggioranza ne sappia comprendere l'atteggiamento spirituale, rispettosa della legittima preferenza altrui, ne accolga la leale cooperazione e ne tuteli i diritti, come richiede un sano ordinamento democratico, secondo gli impegni pubblicamente e solennemente assunti a nome della corruzione governativa da parte del Presidente del Consiglio » (5).



(1) Da Storia segreta..., pag. 205 e seg.

(2) « In Europa, forse per la lunga tradizione, la forma di governo che ha dato in generale miglior prova è quella monarchica... La democrazia non postula necessariamente una determinata forma per le supreme istituzioni dello Stato... Monarchia o Repubblica o Governo presidenziale, parlamentare, convenzionale, unicameralismo e bicameralismo sono istituzioni che possono pienamcnte conciliarsi con l'ideale democratico... La forma che meglio s’addice ad un popolo dipende  dalle sue profonde esigenze storiche e sociali in uno  con le tradizioni dell'ambiente tradizionale in cui vive... Illusione di quanti credono di riparare alle deficienze constatate di un ordinamento ricorrendo al miraggio di forme nuove... » (Emilio Crosa, Lo Stato democratico. Presupposti costituzionali, Unione ed., Torino 1946, pagg. 134, 1,135, 136, 137).

(3) M. T. Zanzucchi, Preside della Facoltà Giuridica dell'Università Cattolica di Milano, Istituzioni di diritto pubblico, 1948, pag. 12Z.

(4) O. Ranelletti, Istituzioni di diritto pubblico, parte I. fase. 2, 1947, pag. 5.

(5) La Civiltà Cattolica, 15 giugno 1946. pag. 403.

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