di Francesca Grego
Torino
- È una gemma incastonata nel gioiello della Palazzina di Caccia di Stupinigi
l’Appartamento del Re, realizzato per Carlo Emanuele III di Savoia negli anni
Trenta del Settecento e rimodernato già nella seconda metà del secolo per
volere di Vittorio Amedeo III. Un tripudio di lacche, ori, dipinti, porcellane,
stucchi, specchi, radiche, che giocano con le forme e con la luce.
In
quattro mesi un intervento di restauro a 360 gradi riporterà ai fasti originari
la camera da letto, l’anticamera, il salotto, la piccola galleria e il
gabinetto da toletta riservati ai sovrani sabaudi che si recavano a caccia o in
cerca di relax nella tenuta a Sud Ovest di Torino, oggi parco naturale.
L’operazione
interesserà tutto il complesso apparato decorativo fisso degli ambienti rococò
progettati da Filippo Juvarra e Giovanni Tommaso Prunotto, che nella Real
Fabrica riunirono i migliori artisti del tempo: dagli arredi alle boiserie, dai
dipinti murali alle sovrapporte istoriate, per arrivare a serramenti, camini e
al seminato alla veneziana dei pavimenti. In particolare, a partire da giugno
saranno visibili in tutta la loro magnificenza gli affreschi dei miti di Diana
di Michele Antonio Milocco, il pregaddio del celebre ebanista Pietro Piffetti,
le decorazioni a grottesche con intrecci vegetali, figure cinesi e putti di
Giovanni Francesco Fariano e i trompe-l’oeil di Pietro Antonio Pozzo.
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