Filiberto Ludovico di Savoia-Genova nacque a Torino il 10
marzo 1895.
Il 22 settembre 1904 il re Vittorio Emanuele III gli conferì
il titolo di Duca di Pistoia.
Filiberto partecipò alla Prima Guerra Mondiale nel 1º
Reggimento “Nizza Cavalleria”, e prese parte ad alcuni combattimenti a
Monfalcone e sull’Isonzo.
Il 4 novembre 1918, con uno squadrone del suo reggimento, il
Duca di Pistoia fu tra i primi a entrare nella città di Trento.
Dopo il conflitto la sua residenza venne fissata a Bolzano
allo scopo di aumentare il sentimento di unità nazionale fra la popolazione.
Il 30 aprile 1928 Filiberto sposò a Torino Lydia
(1905-1977), figlia di Engelberto Maria, Duca d’Arenberg (1872-1959).
La coppia non ebbe figli e, successivamente, la carriera
militare di Filberto si svolse fra l’Italia e l’Etiopia.
Queste le sue promozioni: 1929, colonnello; 1932-1933,
comandante del 232º Reggimento di Fanteria; 1933-1934, comandante della 11ª Brigata di Fanteria;
1934, Generale di Brigata; 1935-1937, comandante generale della 1ª divisione
CC. NN. “23 marzo” della M.V. S. N. (in Etiopia); 1936, Generale di Divisione;
1937-1938, comandante generale della 11ª divisione fanteria “Brennero”;
1938-1939, comandante generale delle truppe alpine; 1940, Comandante Generale
della 7ª Armata e, quindi, 1942, ispettore delle truppe mobili.
La divisione del Principe Sabaudo fu la prima ad issare la
bandiera italiana all’Amba Aradam, operazione che gli valse una Medaglia
d’Argento al Valore Militare e il cavalierato dell’Ordine Militare di Savoia.
Nel 1941, quando l’uomo politico croato Ante Pavelić
(1889-1959) offrì a Casa Savoia la corona del neocostituito Stato Indipendente
di Croazia, il re Vittorio Emanuele III prese in esame i principi maschi dei
rami Savoia-Aosta e Savoia-Genova per scegliere chi avrebbe dovuto essere il
nuovo sovrano di tale stato.
Dopo che Vittorio Emanuele III ebbe scartato il Duca d’Aosta
Amedeo di Savoia (1898-1942) (in quanto si trovava prigioniero degli inglesi in
Africa), il Conte di Torino, Vittorio Emanuele di Savoia-Aosta (anziano, celibe
e senza figli) (1870-1946) e Ferdinando di Savoia-Genova (anziano e senza
figli), Galeazzo Ciano (1903-1944) annotò nel suo diario che: «Nelle condizioni
attuali non rimane che scegliere fra il Duca di Spoleto e il Duca di Pistoia.
Il Re propende per il primo per ragioni di prestanza fisica (…)».
Alla fine, infatti, la corona venne affidata al Duca di
Spoleto, Aimone di Savoia-Aosta (1900-1948), che ascese al trono con il nome di
Tomislao II.
Dopo l’invasione della Francia nel 1940 e l’occupazione di
Nizza nel 1942, il governo italiano pensò di ricostruire l’antica Contea di
Nizza, sulla quale avrebbe dovuto regnare proprio Filiberto Ludovico.
Il progetto, però, non ebbe alcun seguito.
A seguito del mutamento istituzionale del 1946 Filiberto e
Lydia d’Arenberg si trasferirono nel Cantone del Vaud, in Losanna, in una
proprietà di Lydia.
Dopo pochissimi anni, però, i due si separarono.
Tornato in Italia, Filiberto visse per trent’anni all’Hotel
Ligure di piazza Carlo Felice a Torino insieme a suo fratello minore Adalberto,
Duca di Bergamo.
Nel 1963, dopo la morte di suo fratello maggiore Ferdinando,
scomparso senza eredi, Filiberto assunse il titolo di Duca di Genova.
Nel 1981, a seguito della chiusura dell’albergo nel quale
risiedeva, il Duca di Genova si trasferì prima all’Hotel Concorde di via
Lagrange, e poi tornò a Losanna e si stabilì nella casa lasciatagli in eredità
dalla moglie Lydia, scomparsa nel 1977.
Morì il 7 settembre 1990.
Filiberto di Savoia-Genova fu autore di due libri: “La prima
divisione Camicie Nere “23 marzo” - “Implacabile” (Milano, Bompiani, 1938) e
“La nostra guerra. Discorso tenuto dall’Altezza Reale Filiberto di
Savoia-Genova duca di Pistoia” (Torino, Montrucchio, 1940).
Adalberto Luitpoldo di Savoia-Genova nacque Torino il 19
marzo 1898.
Il 22 settembre 1904 il re Vittorio Emanuele III gli conferì
il titolo di Duca di Bergamo.
Adalberto di Savoia partecipò alla Prima Guerra Mondiale e
combatté con il suo reparto sul Montello nell’ottobre 1917 ed in Valgarina nel
febbraio 1918.
Successivamente la sua carriera militare si svolse fra
l’Italia e l’Etiopia: 1927-1930, attendente alla scuola militare; 1931-1934,
comandante del Reggimento “Savoia Cavalleria”; 1934, promozione a Generale di
Brigata; 1934-1935, comandante della 6ª Brigata di Fanteria; 1935, promozione a
vice-comandante di divisione; 1935-1936: vice-comandante generale della 24ª
Divisione di Fanteria “Gran Sasso” (in Etiopia); 1936, promozione a Generale di Divisione,
comandante generale della 24ª Divisione di Fanteria “Gran Sasso” e comandante generale della 58ª divisione di
fanteria “Legnano”, comandante generale del terzo corpo; 1940-1942, Comandante
generale della 8ª armata; 1943, Comandante generale della 7ª armata.
Dopo l’occupazione italiana dell’Albania per Adalberto si
parlò della nomina a luogotenente generale del re, in quanto aveva
rappresentato Casa Savoia al matrimonio di re Zog (1895-1961) suscitando molte
simpatie fra gli albanesi, ma la cosa non ebbe alcun seguito.
Guidò a Sofia la delegazione ufficiale italiana ai funerali
del re Boris III di Bulgaria (nato nel
1894), deceduto, in circostanze misteriose, il 28 agosto 1943.
Il Duca di Bergamo, tuttavia, intrattenne una lunghissima
relazione con una nobile piemontese, che, però, non si concluse con il
matrimonio per via dell’opposizione di Umberto II (1904-1983).
Dopo il mutamento istituzionale del 1946 visse, come di già
detto, per trent’anni, insieme a suo fratello maggiore Filiberto, allo Hotel
Ligure di Piazza Carlo Felice in Torino.
Nel 1977, dopo che alcuni malviventi avevano assaltato
l’albergo e trafugato il contenuto di alcune cassette di sicurezza, fra le
quali la sua, il solo Adalberto si trasferì in una villetta pre collinare di
amici, dove morì il 16 dicembre 1982.
Eugenio Alfonso nacque a Torino il 13 marzo 1906.
Il 31 maggio 1906 il re Vittorio Emanuele III gli conferì il
titolo di Duca di Ancona.
Arruolatosi nella Regia Marina nel 1927, il Duca di Ancona
partecipò alla guerra di Etiopia con il Battaglione “San Marco” e, dopo il conflitto, venne nominato
commissario governativo del Seraè nell’Africa Orientale Italiana.
Il 29 ottobre 1938 sposò, a Nymphenburg, in Germania, Lucia
(1908-2003), figlia di Ferdinando Pio di Borbone-Due Sicilie, Duca di Calabria
(1869-1960).
Eugenio e Lucia ebbero una sola figlia, Maria Isabella di
Savoia-Genova (1943- ), sposata, nel
1971 con l’armatore Alberto Frioli (1943- ).
Il matrimonio fu autorizzato da Umberto II, che conferì a
Guido Aldo Frioli, padre di Alberto, il titolo di conte di Rezzano.
A seguito del mutamento istituzionale del 1946 Eugenio di
Savoia-Genova si trasferì in Brasile, dove aprì un’industria agraria.
Nel 1990, alla morte del fratello maggiore Filiberto,
scomparso senza eredi, assunse il titolo di Duca di Genova.
Eugenio morì a San Paolo del Brasile il 12 agosto 1996.
Pur vivendo in anni così importanti per la storia
dell’Italia, i componenti della Linea di Genova si tennero sempre lontani dalla
politica e dalla Corte, dediti solo alle loro passioni e conducendo delle vite
abbastanza anonime e riservate.
Nel corso del lungo esilio del Re Umberto II però non
vennero mai meno ai loro doveri di Principi della Casa Reale Italiana e spesso
rappresentarono il Re nel corso di manifestazioni monarchiche e patriottiche
celebratesi in questo periodo. Ferdinando Alberto, Filiberto Ludovico, ma
soprattutto Adalberto Luitpoldo sistematicamente intervennero ad alcune sedute
della Consulta dei Senatori del Regno, come quella del 4 marzo 1961 in Torino
per il Centenario del Regno d’Italia. Adalberto rappresentò il Re anche il 26
ottobre 1960 per la rievocazione dell’incontro di Teano, e, nel 1963, in Vienna
per i trecento anni della nascita del Principe Eugenio di Savoia (1663-1736).
Maria Bona Margherita di Savoia-Genova nacque nel castello
ducale di Agliè il giorno 1 agosto 1896.
Presso il castello di Agliè, il giorno 8 gennaio 1921, Maria
Bona sposò Corrado (1883-1969), figlio di Leopoldo di Baviera (1846-1930).
La cerimonia religiosa venne celebrata dal cardinale
Agostino Richelmy (1850-1823), arcivescovo di Torino, e vide la partecipazione,
fra gli altri, del re Vittorio Emanuele III, del principe ereditario Umberto e
dei principi delle Linee Savoia-Genova e Savoia-Aosta.
Il matrimonio è noto per essere stato il primo fra due
casate storicamente nemiche dalla fine della Prima Guerra Mondiale e per aver
riunito membri delle Case Savoia, Wittelsbach ed Absburgo.
Dalla loro unione nacquero: Amalia di Baviera (1921-1985),
sposata con Umberto Poletti ed Eugenio di Baviera (1925-1997), sposato con la
contessa Helena von Khevenhüller-Metsch.
Alla fine della seconda guerra mondiale il principe Corrado
fu arrestato dai militari francesi, portato a Lindau e internato all’hotel
Bayerischer-Hof insieme a Guglielmo di Prussia (1882-1951), principe ereditario
dell’Impero tedesco, ed ad un diplomatico nazista.
La Principessa Maria Bona, che durante la guerra aveva
prestato servizio come infermiera, rimase in Savoia, dato che le era stato
proibito entrare in Germania.
La famiglia si riunì solo dopo il 1947.
Maria Bona, che durante la sua vita fu anche un eccellente
scultrice, morì il 2 febbraio 1971 a Roma.
La sua tomba, insieme a quella del marito Corrado, si trova
nel cimitero della chiesa di Andechs, in Germania.
Maria Adelaide di Savoia-Genova nacque in Torino il 25
aprile 1904.
Visse i primi anni della sua vita nel Palazzo Chiablese di
Torino, dove compì gli studi adeguati al suo rango, distinguendosi – nella
fanciullezza – per la sua straordinaria vivacità che si modificò, negli anni,
con il suo straordinario controllo di sé, in una soave dolcezza di tratto.
Perse la mamma a 20 anni ed il padre a 27 e fu la Regina
Elena ad avere cura di lei, e ciò con affetto materno, di cui Maria Adelaide fu
sempre immensamente grata.
Il 15 luglio 1935, la principessa sposò Don Leone Massimo,
Principe di Arsoli e Duca di Anticoli Corrado (1896-1978), da quale ebbe sei
figli: Isabella (1936- ), Filippo (1938- ), Ferdinando (1940- ), Carlo (1942-
), Eleonora (1944- ) e Francesco (1946- ).
Tra le molteplici attività a cui la Principessa Maria
Adelaide prese parte fu quella di guardare con simpatia al Circolo di Cultura e
di Educazione Politica “Rex”, e ciò sin dalla sua fondazione del 1948,
compiacendosi di intervenire alle riunioni con crescente e sistematico
interesse.
Tanto che il Consiglio Direttivo del Circolo, nell’autunno
1972, osò chiederle di esserne la presidente onoraria.
La Principessa Massimo, con indimenticabile benevolenza,
accettò, colmando i cuori dei soci del Circolo di legittimo orgoglio e di
riconoscenza.
Maria Adelaide di Savoia-Genova morì il 2 agosto 1979.
I componenti in linea maschile della Linea dei Savoia, Duchi
di Genova, e le loro consorti, riposano tutti nella Cappella a loro dedicata
nella Reale Basilica di Superga.
Come abbiamo visto, con la scomparsa (1996) di Eugenio
Alfonso di Savoia-Genova, Quinto Duca di Genova, avendo lui avuto solo una
figlia femmina si estinse questa Linea ducale.
Anche questa parte della Dinastia Sabauda ha dato illustri
esempi di militari sia di terra, sia che di mare sempre nello spirito e
nell’esempio del servizio verso l’Italia.
Il loro esempio sia il nostro esempio. Un esempio di unità,
guidati sempre da quella “Bianca Croce di Savoia” che ci ha dato, attraverso i
secoli, illuminati esempi di vita, di civiltà, di libertà, di prosperità, una
Patria unita, in un’Europa libera.
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