di Domenico Giglio
E’ abbastanza ovvio
che in questi
giorni si ricordi
l’assassinio dell’ Arciduca
d’ Austria Francesco Ferdinando, unitamente alla
consorte morganatica Sofia, avvenuto a
Sarajevo ad opera di
Gavrilo Princip, ”due colpi
di pistola: dieci milioni
di morti”, come è
stato sintetizzato, ma non
vedo per l’ Europa
questi grandi motivi
di rammentare un
evento che ha
significato la fine, o
l’inizio della fine, concretatasi nel
1945, della sua supremazia
mondiale, se non per
un atto di pentimento per
gli errori commessi
e per la
riaffermazione, che è poi
il maggiore e
migliore motivo della
attuale Unione, del “mai
più guerre tra
gli stati europei”.
In questi ricordi
e rievocazioni del “Luglio
’14 “, vi è una
tendenza quasi a
sottovalutare l’assassinio dell’erede
al trono dell’ Austria-Ungheria, quale causa
scatenante il conflitto, in
quanto, dicono illustri storici, la
guerra sarebbe scoppiata
egualmente perché la
politica mondiale dell’ Impero
Germanico, lo sviluppo della
sua flotta da
battaglia, non sarebbe stata
tollerata a lungo
dalla Gran Bretagna, potenza mondiale , particolarmente egemone
sui mari.
Le guerre però
non sorgono per
“autocombustione”, ma
necessitano di un
“casus belli”, per cui
non è facile
individuare il “quando” sarebbe scoppiata
la guerra europea, se
non ci fosse
stato Serajevo e
l’arroganza della diplomazia
austroungarica, arroganza
già mostrata nel
1859 nei confronti
del Piemonte, ed in
epoche successive, per cui la
Serbia , che
sapeva di godere
della protezione “ortodossa”
dell’Impero Russo, non poté
accettare, come Stato Sovrano, l’incredibile ultimatum
inviatogli da Vienna. “ Verum ipsum
factum”, dice Giambattista Vico,
ed il fatto
e la verità
coincidono. Senza Serajevo il
1914 sarebbe trascorso
tranquillamente, e l’estate avrebbe
ancora una volta
visto il gran
mondo incontrarsi nei
saloni del grandi
alberghi e nelle
stazioni termali. Ed il
1915? Se vogliamo continuare
le ipotesi quale
fatto poteva accadere
per accendere la
“miccia” della guerra? Se
la storia non
si fa “con i
se e con
i ma” vorrei
capire se in
un anno la Germania avrebbe
compiuto un ulteriore
balzo in avanti, tale da
costringere la
Gran Bretagna ,
ad agire. Andiamo al
1916 e qui
è un fatto
certo e cioè
la scomparsa dopo
68 anni di
Regno di Francesco
Giuseppe, e l’ascesa al
trono di Francesco
Ferdinando, se non fosse
stato assassinato due
anni prima, come fu
in realtà.
Presi in questo
giuoco si poteva
pensare che il
nuovo Imperatore, che aveva
idee interessanti di una ristrutturazione dell’ impero
che riteneva urgente, date
le spinte centrifughe
esistenti, si sarebbe imbarcato
in imprese belliche, almeno per
qualche anno e
si poteva pensare
che la
Germania , senza
avere la certezza
di una collaborazione austroungarica, si sarebbe, a
sua volta, spinta oltre
nella sua politica
espansiva? Questo per rimanere
su dati e
date certe perché
altrimenti si potrebbero
ipotizzare gli eventi
più svariati, da morti
improvvise di capi
di stato, con problemi
successori od a
rivolgimenti interni dagli
esiti imprevedibili.
Per questo il
gesto criminale di
Gavrilo Princip rimane
l’unica e sola
causa certa ed
indiscussa della cosiddetta
prima Guerra Mondiale, che
portò in Europa
una potenza fino
ad allora estranea, gli
Stati Uniti d’America,
e portò anche
negli eserciti franco-inglesi soldati
dei loro imperi
coloniali che videro, e
lo rividero nella
seconda guerra mondiale , i
“padroni” bianchi combattere
tra loro, con tutti
i mezzi, anche i
meno leciti, come i
gas asfissianti, e
capirono che erano
maturi per una
propria indipendenza nazionale, magari, e questa
è storia recente, rivelatasi di
molto inferiore alle
loro aspettative.
Domenico Giglio
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