NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

sabato 21 giugno 2014

Quanto sono fessi i repubblicani spagnoli?


Riprendiamo un articolo del Giornale, che insinuerebbe, stupidamente facendosi portavoce dei repubblicani spagnoli, che la Corona costi tanto.

Il paragone con le cifre di casa nostra è stridente.
Il Quirinale costava qualche anno fa 261 milioni di euro all'anno. La Casa Reale Spagnola costa 7,7 milioni.

Il capo del protocollo Reale 65000 euro. Per il barbiere della Camera dei deputati italiana stanno facendo una legge apposita per mettere un tetto di 260.000 euro ai suoi guadagni.
Cari repubblicani, tenetevi il Re. lo pagate molto meno.

La rivolta dei repubblicani: la casa reale ci costa troppo
Il divieto di concentrazioni, deciso dal Tribunale Supremo dopo che alcuni membri del Coordinamento repubblicano avevano organizzato una manifestazione pro-repubblica in Puerta del Sol a Madrid, non basta a spegnere le polemiche attorno al trono di Spagna.

Nel giorno della proclamazione di Felipe VI rispunta il tema dei costi della casa reale borbonica. Accusata di mentire, e anche di un bel po', sulla sua effettiva incidenza nel bilancio dello Stato. A puntare il dito sono proprio i repubblicani, secondo cui i reali costerebbero 561 milioni di euro all'anno. Cifra quasi 70 volte superiore a quella ufficiale, di 7,77 milioni di euro, dichiarata dalla famiglia regnante nel 2014. Da qualche anno infatti la casa reale pubblica sul proprio sito ufficiale il denaro che riceve dalle casse dello Stato, cioè dai contribuenti spagnoli. Una misura divenuta necessaria sull'onda della pressione mediatica e di un indice di gradimento davanti all'opinione pubblica in netta discesa, soprattutto dopo la bufera del caso Noos, che vede indagati per corruzione l'infanta Cristina (non a caso ieri unica assente alla proclamazione di Felipe VI) e suo marito Iñaki Urdangarin.
Nel 2011, appena scoppiò lo scandalo, Juan Carlos decise, per la prima volta nella storia della monarchia, di far pubblicare annualmente un elenco delle spese di corte. Due anni dopo, nell'aprile del 2013, fu approvata la nuova legge sulla trasparenza che introduceva un vero e proprio libro contabile dei Borbone, nel quale questi avrebbero rendicontato ai sudditi in che modo viene speso ogni centesimo della quota di bilancio dello Stato destinata loro. Secondo la versione ufficiale della casa reale, le spese annuali sarebbero state di 8,4 milioni nel 2011, 8,2 milioni nel 2012, 7,9 milioni nel 2013 e 7,7 quest'anno. Ma nel calcolo, è questa l'accusa dei repubblicani, rientrano solo alcune voci, quelle relative ai costi della monarchia come macchina istituzionale: personale dell'alta rappresentanza degli uffici e del protocollo (il «supermanager» di corte, Rafael Spottorno, guadagna come un ministro: 69.981 euro all'anno), oltre che l'assegno personale di Juan Carlos, Sofia, Felipe e Letizia, i vestiti che indossano, il parrucchiere. Restano fuori, come rivelò un'inchiesta del quotidiano iberico Publico, una lunga serie di altre voci: viaggi ufficiali, spese per la manutenzione del palazzo della Zarzuela e per la cura del giardino, autisti, guardie del corpo, oltre che quelle per la Guardia real. Tutte voci che non vengono conteggiate perché non compaiono nel bilancio generale dello Stato ma in quello dei singoli ministeri degli Interni, della Difesa e delle Finanze. Anche a questa domanda, ora, toccherà al nuovo re dare risposta.

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