Il 25 gennaio, a
Napoli, nella antica bellissima
Chiesa di Santa
Chiara, di origine angioina, con il
suo coro delle
Monache ed il
meraviglioso chiostro maiolicato
delle Clarisse, si è
tenuta la cerimonia
della Beatificazione della
Venerabile Maria Cristina
di Savoia, officiata dal
Cardinale Arcivescovo di
Napoli Sepe e dal
Cardinale Amato ,Prefetto per
la Congregazione dei
Santi, presenti, oltre ad un
pubblico numerosissimo,
stimato in duemila
persone , i rappresentanti delle
Real Casa di
Savoia e di
Borbone. Logicamente i neoborbonici
ne hanno tratto
spunto per una
delle loro consuete
manifestazioni legittimiste,
ma il
punto sul quale
vogliamo soffermarci non
è questo.
Il
punto è che
la Beata Maria
Cristina era una
Principessa di Casa
Savoia , ultima figlia di
Vittorio Emanuele I°, e
le sue virtù
cristiane erano frutto della
educazione impartitaLe in
famiglia e della istruzione religiosa
avvenute prima della sposalizio . Il fatto
che fosse divenuta
sposa di Ferdinando
II° e quindi
Regina delle Due
Sicilie è secondario
rispetto alle opere
di carità compiute
se non per
la circostanza che
il suo ruolo
regale consentì a Maria Cristina
di esercitare maggiormente
la carità e l’assistenza ai più
bisognosi, per cui
fu amata dal
popolo napoletano che
la considerava già
in vita come
una “santa”.
Perciò la presenza
della famiglia dei
Borbone di Napoli
è apprezzabile come
atto di devozione
e cortesia nei
confronti di questa
parente acquisita, ma che
va ad aggiungersi
ai Venerabili, ai Beati
ed ai Santi
di Casa Savoia, da
Maria Clotilde, “la Santa di
Moncalieri”, a Ludovica
e ad Amedeo .
Domenico Giglio
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