di Alberto Casiraghi
In occasione delle celebrazioni del 25 aprile, vi è chi ha nuovamente rispolverato vecchi temi propagandistici, accusando il terzo Re d’Italia di essere il responsabile dell’ascesa del fascismo, delle leggi razziali e della cosiddetta “fuga” di Pescara.
Ne è un esempio l’articolo “Giorgio Loreti ( Anpi di Bordighera) chiede di rimuovere il ritratto di Vittorio Emanuele III”, pubblicato da “Riviera24” il 26 c.m. (http://www.riviera24.it/articoli/2013/04/26/153874/giorgio-loreti-anpi-di-bordighera-chiede-di-rimuovere-il-ritratto-di-vittorio-emanuele-iii).
Senza dilungarsi in complesse dissertazioni, è sufficiente ricordare alcuni pareri autorevoli:
- Giorgio Amendola, esponente comunista: “la irresponsabilità delle forze politiche che non riuscirono a formare un governo causò l’incarico a Mussolini”.
- Giovanni Giolitti, avversario politico di Mussolini: “la crisi era in cancrena e non lasciava altra via di scampo”.
- Indro Montanelli: “Se il Re avesse firmato lo stato d’assedio il Paese si sarebbe spaccato in due, in quanto l’esercito faceva corpo coi fascisti. Ero un bambino ma le ricordo queste cose. La responsabilità del fascismo è tutta sulla coscienza dell’antifascismo di allora perché quando a prevaricare è un estremismo infantile e pazzesco, quando si sputa in faccia ai reduci della guerra, è chiaro che la maggior parte della popolazione vede con simpatia chi dice di portare ordine, di ripristinare i valori tradizionali ecc. direi quindi che la vecchia democrazia creò con le sue mani il fascismo.”
- Enzo Biagi: “Quando il Re ricevette Benito Mussolini per dargli l’incarico di formare il governo, aveva dietro una larga parte dell’opinione pubblica, compresi molti che poi divennero antifascisti. Il capo delle camice nere piaceva all'inizio al Corriere della Sera e anche a Croce e a Toscanini.”
- Giorgio Bocca: “Io non riconosco gravi responsabilità ai Savoia né per la dittatura, né per la guerra. Le responsabilità furono di tutti: del fascismo ma anche di buona parte del popolo. Dire che Casa Savoia ha delle responsabilità particolari è mettersi fuori dalla storia.”
- Franco Franchi: “La monarchia si comportò con saggezza nel 1922, prendendo atto della realtà e della volontà di una larga opinione pubblica, favorevole a Mussolini; atteggiamento che del resto fu proprio anche dei partiti antifascisti, che accettarono di entrare nel governo fascista.”
- Sergio Romano: “Non credo sia giusto considerarlo (Re Vittorio Emanuele III – ndr) responsabile dell’avvento del fascismo. E’ vero che non volle firmare, dopo l’inizio della marcia su Roma, il decreto preparato dal governo Facta per la proclamazione dello stato d’assedio. Ma quel decreto sarebbe stato opportuno ed efficace soltanto se i partiti democratici fossero stati in condizione d’accordarsi per la costituzione di un ministero capace di garantire al Paese la stabilità di cui aveva bisogno. Più tardi, mentre il fascismo sopprimeva le libertà democratiche e diventava regime, Vittorio Emanuele fece una testarda e cinica battaglia di retroguardia”.
Va anche ricordato che appoggiarono il governo di coalizione mussoliniano molti autorevoli esponenti democratici, come Gronchi, Meda, Orlando, Nitti, Giolitti, Cavazzoni, Bonomi, Salandra, Croce, De Nicola, De Gasperi, don Sturzo e Gasparotto.
A proposito del primo governo Mussolini, Alcide De Gasperi affermò: “Crediamo oggi che sia l’unico governo possibile e non pensiamo certo di sbarrargli la strada con abili barricate parlamentari”.
Il 20 dicembre successivo, in un suo discorso, Don Sturzo criticò violentemente lo stato liberale e democratico. Nell'aprile dell’anno successivo, il partito di Don Sturzo affermò, nel corso del proprio congresso, che il governo Mussolini poteva “portare del bene alla Patria”.
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