Pochi giorni fa, commentando l'elezione al Soglio Pontificio di Papa Francesco dicevamo di apprezzare molto i segnali di austerità, semplicità e rigore che in pochi giorni aveva saputo dare.
Per la sua intronazione il Pontefice aveva raccomandato ai suoi concittadini di Buenos Aires di non andare a Roma a festeggiarlo ma di restare lì e di devolvere quanto risparmiato ai poveri. Tutto bello e lineare. Troppo.
Qualche giorno fa la povertà estrema di molte famiglie italiane si è manifestata nella Marche con un triplice suicidio. Persone che, dignitose, non avevano accettato di andare a mendicare e che, "esodati", avevano contratto debiti per ricevere la loro pensione. Un mostro chiamato Equitalia incombeva su di loro minacciando la confisca di una Fiat Panda di almeno 20 anni. Hanno tolto il disturbo. In tre.
Scioccante il commento della presidente della Camera: "Io non sapevo che gli italiani fossero in queste condizioni".
Scusi, Signora, dove vive Lei?
Ancora più scioccante l'apprendere che il Partito Democratico, quello che a dispetto di un referendum popolare continua a sostenere la necessità del finanziamento pubblico a se stesso, che intascherà diverse decine di milioni di euro, intende combattere contro la povertà facendo una manifestazione contro la stessa.
Non destinando ai poveri le decine di milioni che prenderà o ha già preso, non facendo una qualsiasi colletta, non agendo concretamente ma manifestando contro una povertà che nei fatti contribuisce a determinare.
Ritorniamo al nostro Papa Francesco.
Prendetene esempio, asini!
La povertà si combatte iniziando a far fare a voi, classe politica, non solo del PD, usurpatori della volontà popolare, una cura dimagrante da farvi uscire dimezzati nel peso e nelle ambizioni.
Mentre voi discettate di governissimi, di presidenti che già prendono 30.000 euro al mese, di veti incrociati, c'è la gente d'Italia che si suicida per la disperazione.
Asini!
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