NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

sabato 15 ottobre 2022

Discorsi Liberali

di Riccardo Scarpa


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Questo Stato nazionale è lo stesso nato nel 1861, come rifondazione del Regno d’Italia a opera di Casa Savoia, dopo la prima nascita d’uno Stato con questo nome avvenuta nel 1805, a opera di Napoleone. È sempre quel Regno che, dopo il luglio del 1943 e l’autoscioglimento del regime fascista, resistette come Stato, nelle province meridionali, e partecipò con gli Alleati alla liberazione del 25 aprile 1945. La democrazia risorse non da una resistenza partigiana, ma dalla cobelligeranza, in forza di una nuova alleanza di fatto, delle Regie Forze Armate al fianco degli Stati liberi alleati. La Repubblica è nata in forza di due decreti luogotenenziali di Umberto di Savoia, indicenti le elezioni per il referendum sulla forma istituzionale dello Stato e l’Assemblea costituente. E anche dalla desistenza di Re Umberto II dall’aspettare la proclamazione dell’esito referendario da parte della Suprema Corte di Cassazione, che intendeva meglio controllare le schede elettorali, anticipata dal colpo di Stato di Alcide De Gasperi.

Colpo di Stato che indusse proprio i ministri del Partito Liberale Italiano presenti in quel Governo a dimettersi. Di fronte a un ritorno se non altro della signorilità liberale, in Segre e La Russa, spiace che, all’interno della coalizione vittoriosa, qualcheduno ritorni bambino e faccia qualche capriccio. Forse anche questo genererà uno spazio al risorto Partito Liberale Italiano.

L'Opinione delle Libertà

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