Napoli. La fine dell'esilio. |
(1937-2024)
di Gianluigi
Chiaserotti
Il 3 febbraio 2024, si è serenamente spento nella sua
casa di Ginevra, il Principe di Napoli, Duca di Savoia, Vittorio Emanuele di Savoia.
Era nato a Napoli il 12 febbraio 1937, unico figlio
maschio del Re Umberto II di Savoia (1904-1983) e della Regina Maria Josè
(1906-2001), regnando l’avo paterno Vittorio Emanuele (1869-1947).
Vittorio Emanuele aveva appena nove anni e, dopo un
referendum istituzionale dal dubbio risultato, fu costretto con la sua famiglia
a lasciare l’Italia per il Portogallo prima e quindi per la Svizzera dove la
madre si era stabilizzata già dalla fine degli anni Quaranta del secolo scorso.
Andarono a risiedere in una villa a
Merlinge, nel comune di Meinier, ed il
giovane Vittorio Emanuele studiò a Lancy, al cattolico
Institut Florimont.
Nel corso dell’esilio, sanzionato dalla XIII Disposizione Finale
della Costituzione, il Principe svolse un’attività di intermediario finanziario tra società
internazionali ed anche italiane, stringendo amicizie e legami d’affari con
grandi industriali, in particolare la famiglia Agusta ed anche
con lo Scià di Persia Reza Pahlavi (1919-1980).
Infatti sposò in Teheran il 7 ottobre 1971 sposò Marina Ricolfi
Doria (1935- ), già campionessa di sci nautico e dalla loro unione è nato (22
giugno 1972) S. A. R. Emanuele Filiberto di Savoia. Coerentemente alle proprie
rivendicazioni dinastiche, dalla morte del padre Umberto II,
il Principe di Napoli ha portato avanti una serie di attività legate al
proprio Ruolo di Capo di Casa
Savoia.
In occasione del Capodanno del 1992 ha richiesto ufficialmente
alla Repubblica Italiana di adoperarsi per una
revisione del Trattato di Osimo.
Durante i funerali di Baldovino I del Belgio, nell’agosto del
1993, accompagnando la madre Maria José, ha incontrato il presidente della
Repubblica Italiana Oscar Luigi Scalfaro (1918-2012), rinnovando
la propria disponibilità a trovare un punto d’incontro per la fine dell’esilio.
Il 3 giugno 1995 incontrò il Presidente del Senato Carlo Scognamiglio all’aeroporto Charles de Gaulle di
Parigi, che gli assicurò il proprio appoggio per l’abrogazione della disposizione
sull’esilio dei Savoia.
Nell’agosto del 1996 ricevette nella sua villa di Cavallo il
Ministro degli Esteri Lamberto Dini.
Nel luglio del 1999, sempre in previsione del rientro dall’esilio,
ricevette sempre a Cavallo l’ex Presidente della Repubblica Francesco
Cossiga (1928-2010); era la prima volta dal 1946 che non si teneva un
incontro ufficiale tra un membro di Casa
Savoia e un rappresentante diretto della Presidenza della Repubblica.
In occasione del matrimonio del nipote Filippo del Belgio, nel dicembre del 1999,
incontrò il Presidente della Commissione europea Romano
Prodi, proseguendo gli incontri in previsione del rientro.
Dal punto di vista prettamente dinastico, il Principe di Napoli ha
effettuato il riordino degli ordini dinastici di Casa
Savoia; in particolare nel 1988 ha operato una riforma dell’Ordine civile di Savoia, fondato da Carlo
Alberto (1798-1849), scorporandone una parte per premiare i benemeriti
verso Casa Savoia e costituendo un ordine denominato Ordine al Merito Civile di Savoia, ora
al Merito di Savoia.
L’ordine principale della Casa, quello dei Santi Maurizio e Lazzaro,
è invece rimasto sostanzialmente fedele agli statuti tradizionali e per antica
consuetudine l’insignito Cavaliere gode della nobiltà personale (come specifica
il sito ufficiale della Real Casa).
Con la legge costituzionale 23 ottobre 2002 n. 1, cessarono gli
effetti dei primi due commi della XIII Disposizione Finale della Costituzione e
quindi Vittorio Emanuele ed Emanuele Filiberto poterono rientrare in Italia.
La Regina Maria Josè era già rientrata in Italia nel 1987, dopo che
un parere del Consiglio di Stato fece presente che ormai lei era semplicemente
“vedova” del Re d’Italia.
La prima visita in Italia fu a Napoli nel marzo 2003, alla quale
ebbi l’onore di essere presente.
Ho avuto l’onore di incontrarlo diverse volte ed ho compreso che il
forzato esilio ha costretto Vittorio Emanuele a sembrare distaccato dalle
vicende italiane. Ma ciò non è detto che non le abbia seguite, le abbia
virtualmente vissute, sia stato vicino alla sua Patria di nascita.
Anche alcune sue dichiarazioni le imputo al non contatto diretto
con la realtà italiana.
Ora le sorti della dinastia sono tutte nel Principe di Venezia
Emanuele Filiberto, che già da anni rappresenta, e bene, il Casato.
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