di Ernesto Frattini
Il
problema monarchico in Italia è stato impostato su un duplice binario e tale
impostazione, buona o cattiva che sia, per forza di cose o volontà di uomini,
sembra destinata a durare a lungo. Esistono cioè due tipi di monarchici: quelli
che pur restando istituzionalmente tali, militano in partiti agnostici e coloro
che pongono la restaurazione alla base del proprio programma di partito
aderendo conseguentemente ai movimenti dichiaratamente monarchici e lasciando
in secondo piano le particolari preferenze sugli altri problemi politici, il
che naturalmente significa che nell'interno dei partiti monarchici convivono
persone di differenti opinioni economiche, morali e sociali.
Questo
stato di fatto rende estremamente ardua una classificazione del pensiero
monarchico contemporaneo fra le altre dottrine politiche, anche perché la
Monarchia come istituto ha assunto varie forme e vario contenuto secondo le
circostanze di tempo e di luogo e rappresenta quindi un fenomeno proteiforme e
ribelle agli schemi prefabbricati.
Non è
di oggi il tentativo di dare alle dottrine politiche una loro classificazione, giacché
è questa un'esigenza che quasi spontaneamente nasce e si afferma nell'animo di
chi desideri ricercare le premesse ideologiche e gli antecedenti storici del
proprio ideale politico e non si può negare che questi tentativi abbiano se non
altro recato un contributo alla chiarezza delle concezioni, provocando indagini
approfondite e utili raffronti, anche se taluno ha osservato che voler
costringere in schemi il mondo delle idee, versando il loro contenuto fluido in
stampi, può talvolta provocare una fossilizzazione delle idee stesse private
della loro freschezza e immediatezza, e dare all'osservatore una loro immagine
incompleta o deformata.
Tuttavia oggi la dialettica politica si svolge attraverso delle classificazioni
precise e le dottrine politiche tentano non solo di inquadrarsi, magari nella
topografia parlamentare, ma di ricercare e di illustrare i propri o veri
presunti precedenti, consacrati nelle opere degli autori e nell'esperienza
storica, per trarre da queste premesse deduzioni anche arbitrarie, da usare a
scopo di propaganda e di proselitismo, senza parlare poi di una odierna
degenerazione di questo costume che è rappresentata dall'abitudine, tutt'altro
che infrequente di rivestire di un manto ideologico esigenze spicciole e
atteggiamenti contingenti che non trovano altra giustificazione che interessi
privati o necessità di natura elettoralistica e propagandistica.
È dunque necessario, sia pure con determinate cautele, che almeno la
sostanza politica del problema monarchico possa classificarsi, come è opportuno
che esista un quadro rapido, ma per quanto possibile completo, del significato
che l'istituto monarchico ha avuto nella storia del nostro paese.
Da qui, l'idea di questo libro che a prima vista potrà forse sembrare
frammentario, ma che risponde ad una idea unica: dimostrare innanzi tutto
lasciando parlare solo la nuda cronaca storica, come tutta la tradizione
italiana sia monarchica; dare poi una visione panoramica dell'istituto
monarchico nelle varie fasi del suo sviluppo nella storia umana.
La prima dimostrazione avrebbe potuto portare ad un lavoro di critica
storica, praticamente ad un'altra delle già innumerevoli storie d'Italia
esistenti; abbiamo preferito restare nella cronaca che se manca certo della
completezza della storiografia propriamente detta, ha il vantaggio di far udire
meglio, giacché la voce dell'autore tace, la voce dei fatti, esposti più che
nella loro completezza, nella loro tipica essenzialità.
Quanto alla seconda parte, dedicata alle varie forme monarchiche, essa
non è che un tentativo di mostrare la necessità della Monarchia come istituto
regolatore e coordinatore delle comunità umane, che cc5me ogni società si
formano secondo il principio ordinatore intrinseco che è il bene comune. I
fatti dimostrano la pratica impotenza della società politica a progredire con
perfetta coerenza giuridica senza un potere di supremazia esterno ed ancora
oggi il rapporto di libertà fra le maggioranze e le minoranze abbisogna di una
garanzia derivante da un potere superiore ed esterno; potere pubblico poiché ha
per oggetto tutta la società, potere indipendente in quanto non soggiace ad
alcuna altra autorità.
Non è quindi questo
un lavoro politico nel senso che comunemente suole oggi darsi a questo
termine, giacché non vuole certo tracciare o propugnare programmi di carattere
contingente e neppure un manuale che allinei semplicemente la dottrina
monarchica ai programmi di partito, giacché il principio monarchico è su un
piano superiore ed ha una portata troppo vasta per soffrire inquadramenti
occasionali.
Lo scopo è
quello di mostrare come non esiste certo uno iato fra Monarchia e Italia, giacché
asserire questo, significherebbe rinnegare secoli di storia, e di dimostrare
parimenti l'attualità di un Istituto che per millenni ha regolato la vita e
l'attività dei popoli di tutto il mondo, con perfetto adeguamento alle
situazioni contingenti di ciascuna comunità.
Tali verità
che oggi vengono impugnate e discusse, non hanno certo bisogno di una difesa,
ma di essere conosciute; troppo spesso si dà alle parole un significato
generico e troppo spesso i luoghi comuni prendono il posto dei ponderati
giudizi ed è perciò necessario intervenire per precisare, specificare e
dimostrare il valore permanente dille verità tradizionali.
Così, mentre
all'attuale situazione politica mancano proprio gli scopi permanenti della
società: la stabilità degli ordinamenti e l'ordlinata e pacifica produzione e
distribuzione della ricchezza, invano si cerca la soluzione dei problemi perché
ci si rifiuta di ricorrere all'autorità tradizionale preferendo rivolgersi agli
idola fori cioè ai miti creati dalla fantasia della piazza, la cui fama
cresce col crescere del pervertimento intellettuale del popolo.
Il nostro libro vuole dunque essere un
richiamo ai valori permanenti mostrati nella loro applicazione storica e nelle
elaborazioni del pensiero umano, attraverso i secoli, nella lusinga che dagli
esempi si tragga indirizzo per un nuovo itinerario.
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