NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

mercoledì 11 novembre 2020

Re Vittorio Emanuele III

Nell'anniversario della nascita del Re proponiamo il testo di questo opuscolo, recentemente ritrovato, fedele cronista della commemorazione ufficiale del 1969, anno del centenario, edito dal Circolo Rex.
Siamo sicuri di fare cosa gradita a moltissimi.
Viva il Re!

Il Consiglio Direttivo del "Circolo di cultura e di educazione politica" aveva da tempo in animo di riprendere la pubblica­zione delle conferenze che settimanalmente si tengono nella Sala del Cinema Capranichetta. Ne è stato finora impedito dalla scar­sezza di fondi.

Ora, fidando sul concorso degli amici, ripristina coraggiosa­mente la serie dei suoi "Quaderni" con la commemorazione del Centenario della nascita di S.M. il Re Vittorio Emanuele III, tenuta dall'on. prof. Alfredo Covelli, con prolusione di S.E. il Cavaliere Falcone Lucifero.

Poiché la pubblicazione ha scopo esclusivamente divulgativo, il Consiglio confida che gli amici vorranno appoggiarla, diffonden­dola fra i conoscenti.

Il Consiglio si augura di poter così meglio adempiere ai fini istitutivi del Circolo e di assecondare i suggerimenti più volte espressi dai Soci.

IL CONSIGLIO DIRETTIVO

 

 

PRESENTAZIONE

dell'avv. Carlo d'Amelio

Presidente del Circolo Rex

Mi considero particolarmente onorato di inaugurare - a nome del Consiglio Direttivo - in modo così solenne, il XXII Ciclo di Conferenze di questo Circolo.

Ringrazio tutti di essere qui presenti e di avere aderito al nostro invito di partecipare a questa significativa manifesta­zione.

Mi auguro che ogni domenica, con il succedersi di oratori particolarmente preparati per la trattazione dei temi loro affi­dati, si possano ripetere analoghe qualificate riunioni.

Invero nei due ultimi cicli abbiamo segnato un notevole in­cremento della nostra attività. Si è potuto accertare che nel 1967-1968 hanno ascoltato le conferenze circa 4.900 persone, e nel 1968-1969 sono aumentati a n. 5.200 i frequentatori che hanno partecipato alle varie manifestazioni che si sono svolte in questa accogliente sala.

Le cifre non sono molto rilevanti ma chi è pratico di simili iniziative non può non constatare il largo consenso che riscuote l'attività del Circolo.

Quest'anno il programma si preannuncia sempre più inte­ressante e la schiera dei conferenzieri dei quali ci siamo assi­curati la parteceipazione è particolarmente ricca di uomini di studio, di cultura, dediti alla vita pubblica, militanti in diverse formazioni politiche.

Nelle riunioni degli scorsi anni abbiamo trattato problemi di viva attualità, di politica, di storia e di costume, allo scopo di diffondere la conoscenza dei vari aspetti della vita della Na­zione. Continueremo sulla via tracciata, confortati anche dai risultati raggiunti attraverso una indagine di opinioni che abbia­mo raccolte con un questionario rivolto ad amici e frequentatori, e non mancheremo di discorrere su gli infiniti aspetti della vita del nostro Paese, che tumultuosamente si affacciano, di giorno in giorno, alla ribalta nazionale ed internazionale.

Purtroppo, nel mondo che ci circonda pullulano mestieranti e falsi pacifisti, mossi da bassi interessi e non da quegli alti ideali che ci animano e che ci consentono di difendere, come una barriera insormontabile, quel retaggio di virtù morali, civi­che e militari delle generazioni che ci hanno preceduto.

La storia d'Italia e le gloriose tradizioni risorgimentali (che si identificano con la storia e l'azione della millenaria Casa Sa­bauda), possono ancora oggi ispirare validamente i temi della più attuale evoluzione del nostro Paese.

Ma quel che più conta, è l'esempio e l'azione: assieme alla calda parola di tutti coloro i quali intendono responsabilmente affrontare le più immediate carenze.

Ed è perciò che ci rivolgiamo a quanti vorranno, nei nostri incontri, affiancare la nostra opera, modesta ma convinta, inter­venendo alle nostre riunioni e partecipando alla trattazione dei temi e dei problemi che travagliano la vita italiana.

Occorrerà parlare con estrema chiarezza e lealtà non ricor­dando soltanto un passato glorioso, ma sottolineando - soprat­tutto per i giovani - le esigenze dei nuovi tempi e la necessità di affrontarle, senza abbandonare il grande patrimonio morale ed i sacrifici delle passate generazioni.

Così cadranno nel nulla rivendicazioni e promesse basate su situazioni contingenti e falsi ideali, mentre trionferanno prin­cipi duraturi in cui progresso sociale, rettitudine e amor di patria, siano prassi di una nuova Italia.

Il nostro Circolo vuole essere - come per il passato - una palestra di dialettica democratica che attraverso dibattiti indichi la via migliore e la più accetta per la maggioranza degli ita­liani.

Ci proponiamo, quindi, una approfondita trattazione sui problemi fondamentali del momento nella vita nazionale ed inter­nazionale, con il fermo proposito di contribuire alla pacificazione degli animi ed alla fattiva attuazione di utili riforme.

E ispiriamoci in questa nostra alta e fattiva azione al Re Soldato, che se fu determinante nell'entrata in guerra nel maggio 1915, lo fu del pari - e con maggiore grandezza - nelle ferme determinazioni del Convegno di Peschiera.

Ecco qui la cara immagine nella storica giornata, che fu - in quella ora tenebrosa e di dolore - l'evento decisivo della gloria e dello splendore della difesa sul Piave e di Vittorio Veneto.

Se il 7 novembre 1917 - or sono cinquantadue anni pre­cisi - Vittorio Emanuele III assunse quel deciso atteggiamento, ciò mostra quale fede e quale stima il Re aveva delle virtù del soldato italiano di cui aveva condiviso - fante tra i fanti - la vita dura della trincea.

Fra tre giorni si compiono cent'anni della nascita di questo grande Sovrano. Era doveroso per il nostro Circolo rievocare degnamente la vita, l'opera, la figura, la sua azione. E' perciò che abbiamo indetto questo incontro.

E la rievocazione non sarebbe degna di Lui se non la chiu­dessimo con il fermo proposito di servire la Patria, libera ed unita, con fede ed amore, con ogni nostra risorsa, con ogni nostra possibilità, affrontando tutti gli eventi!

* * *

Prima di invitare l'Onorevole Alfredo Covelli di pronunciare il Suo discorso commemorativo sul Centenario che oggi cele­briamo, prego il Cavaliere Falcone Lucifero, di dirci anche Egli una parola sulla figura del Glorioso Sovrano che oggi onoriamo e del quale egli fu Ministro in uno dei Suoi Governi.

Consentitemi ancora di rinnovare al Cavaliere Lucifero, qui, pubblicamente le più vive felicitazioni per l'alto riconoscimento ricevuto di recente da S.M. il Re Umberto II che Gli ha con­ferito il Collare della Santissima Annunziata, per i venticinque anni di disinteressata dedizione alla causa del Re e della Patria.

Approfitto di questa particolare occasione per rivolgere al Ministro Lucifero un fervido saluto ed il plauso di tutti quegli amici e monarchici che avrebbero voluto degnamente festeg­giarLo, ma che si sono dovuti rassegnare di fronte al Suo netto, reiterato rifiuto, di accettare qualunque onoranza, specie in questo momento particolarmente difficile per la vita italiana.

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