NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

giovedì 7 marzo 2019

Le origini della democrazia repubblicana in Italia



Segnaliamo anche questo. Resoconto sintetico ma abbastanza veritiero. Abbiamo sostituito solo l'immagine di presentazione. Quella aderente alla verità.




Si numerano le repubbliche per convenzione, anche se si tratta di una convenzione non sempre osservata. Ciò che conta, infatti, è la nascita e il consolidamento di nuovi rapporti di forza fra partiti, élite sociali ed economiche. Talvolta questo processo si traduce in modifiche costituzionali, ma non necessariamente. Per altro verso, non necessariamente modifiche costituzionali segnano un rivolgimento nei sistemi di potere. Allora la domanda è: in Italia oggi siamo di fronte ad un mutamento nei tradizionali equilibri di potere? La risposta non può che essere affermativa. La nascita del governo Frankenstein, per riprendere la felice formula coniata da Mario Sechi, è in qualche misura il sigillo del passaggio alla Terza Repubblica.
La Prima non entrò nella storia nazionale con le folle in tripudio e i nuovi tricolori esposti ai balconi. Al contrario, vi entrò quasi di soppiatto, con uno scarno comunicato del governo. E vi entra con un Paese diviso e turbato dalla dozzina di morti che insanguinano i vicoli di Napoli. È l’episodio forse più drammatico del tormentato esordio della democrazia repubblicana, ricostruito da Gianni Oliva “sine ira et studio” (“Gli ultimi giorni della Monarchia”, Mondadori, 2016).
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