di Emilio del Bel Belluz
Un giorno Primo Carnera e
sua moglie si trovavano alla stazione ferroviaria di Venezia e da lì
dovevano partire per Roma. La guerra non era ancora finita. Su un altro treno
passava il principe Umberto e si accorse che tra quella gente vi era
il grande campione del mondo dei pesi massimi Primo Carnera.
Il pugile emergeva
con la sua figura imponente, era alto almeno due metri ed aveva un fisico da
gladiatore. Il campione di Sequals, da qualche anno, aveva appeso i guantoni al
chiodo, perché durante il periodo bellico non venivano organizzati incontri di
boxe di grande rilievo.
Dal libro dedicato al pugile Primo Carnera “
Mio padre Primo Carnera “ ho tratto questo emozionante racconto scritto dalla
figlia Maria Giovanna:” Il principe ha fatto fermare il treno ed è sceso per
andargli a stringere la mano. Il futuro Re d’Italia a Carnera!
La mamma era
incinta di qualche mese. Con la presenza di spirito che la
contraddistingueva ha chiesto:“ Maestà, se nascerà un ragazzo ci
permettete di chiamarlo Umberto?”. La risposta è stata:” Senz’altro, per me
sarebbe un onore “.
E’ stato un incontro consumatosi in pochi
attimi, ma di cui papà ci raccontava sempre con emozione. … “ Con i reali si è
poi creato un legame affettivo duraturo, andato oltre il tramonto della Monarchia
in Italia. Quando Umberto è nato la Casa Reale ha mandato in regalo un paio di
guantini in pelle, con lo stemma dei Savoia, che la mamma ha conservato
tanti anni come ricordo.
Abbiamo ricevuto telegrammi di Umberto II
quando Giovanna Maria si è sposata e quando papà è morto. Inoltre, tanti anni
dopo quell’incontro alla stazione, l’ex Re ormai in esilio è
capitato per un viaggio a Los Angeles. Sapeva che noi vivevamo lì, è venuto a
trovarci e quando è entrato dalla porta la prima cosa che ha chiesto è stata:
“Dove è il mio Umberto?”. Di quella promessa fatta dalla mamma non
si era dimenticato neppure lui”. Il 22 maggio 1967, nel momento in cui il
campione ritornava in Italia gravemente ammalato, il Ministro Lucifero, per incarico del Re, gli scrisse una lettera
molto commovente.
“Caro Carnera, Sua Maestà il Re, che ricorda di avere avuto
il piacere di incontrarla a Los Angeles nel novembre 1963, desidera farle
giungere il suo saluto augurale, affettuoso e amichevole nel momento in cui
ella torna in Patria. A lei che ha dato all’Italia per primo il massimo alloro
mondiale e che è circondato dall’ammirazione e dalla simpatia di tutti, Sua
Maestà si è compiaciuto darle la tangibile attestazione del Suo Alto
apprezzamento e lei ne riceverà partecipazione ufficiale, mentre augura di cuore
che le sue condizioni di salute si ristabiliscano completamente, nella quiete
del paese natale. Il Re Umberto l’abbraccia bene augurando e saluta
cordialmente la gentile signora Pina. Da me, che ho avuto pure la fortuna di
incontrarla a Los Angeles, voglia accogliere, con la gentile
Consorte, gli auguri e i saluti migliori.
Al Comm. Primo Carnera- Sequals-
Udine. Falcone Lucifero.
Credo che il Re abbia amato Primo, che per
primo e unico, onorò l’Italia con la conquista di un titolo mondiale nelle
categoria regina quella dei pesi massimi, e durante l’incontro molte bandiere
Sabaude sventolavano prima e dopo il massimo trionfo. Alla fine del match,
Primo alzò al cielo la bandiera Sabauda, dando l’impressione di
volerlo toccare.
Alcuni anni fa, venne prodotto un ottimo film sulla vita di
Carnera e nella scena per l’incontro per il titolo mondiale, vi erano delle
bandiere sabaude, ma c’era pure una bandiera senza lo stemma che sventolava, e
questa bandiera non aveva verità storica. Nessuno ha mai potuto togliere la
gioia che Primo creò nella sua patria.
Gli italiani residenti
in America avranno, di sicuro, sventolato il tricolore
del Re ed esposto delle proprie case la bandiera della loro patria lontana. La
nostalgia per la propria terra lontana sarà stata mitigata dal successo del
loro compaesano.
Il Re Umberto stimava quel gigante dal cuore d’oro e dalle
mani d’acciaio. Spesso mi capita di vedere delle
ricostruzione storiche dove volutamente si omette di collocare la
bandiera del Re. Ho avuto occasione di sfogliare molti libri delle classi
elementari degli anni cinquanta e quando ricordavano la terra d’Italia nella
Grande Guerra veniva riportata la bandiera senza lo stemma Sabaudo.
Non si deve
accettare mai la verità mistificata che
gli storici hanno scritto con la penna rossa. Carnera quando tornò in Italia fu
accolto da ali di folla. Solo un mese dopo, il 29 giugno 1967, a trentatré anni
dalla conquista del titolo mondiale, il gigante si spense a Sequals, il paese
dove era nato sessantun anni prima.
Anche Re Umberto
avrebbe ardentemente sperato di poter morire nel Paese dove era
nato, ma non gli fu mai permesso di tornare nella sua patria. Morendo pronunciò
l’unica parola che aveva nel cuore e che rappresentava il suo ultimo desiderio
:” Italia”.
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