Riceviamo e pubblichiamo volentierissimo questo articolo. Impossibile non condividerne i contenuti.
Per
chi abbia vissuto
la vita dei
movimenti monarchici, se non dall'origine, perché oggi dovrebbe
avere oltre 90
anni, almeno da qualche
decennio, sa che gli
stessi non hanno
mai nuotato nell'oro, salvo un
breve periodo, dal 1954
al 1958, quando Achille
Lauro, uscito dal Partito
Nazionale Monarchico e
fondato il Partito
Monarchico Popolare, cercava di
imporre questa nuova
sigla, aprendo sezioni,
stampando manifesti, organizzando manifestazioni di
massa, ottenendo risultati elettorali
senza dubbio notevoli
nelle Elezioni Regionali
Sarde e più
ancora nelle Elezioni
Comunali a Napoli, raggiungendo la
maggioranza assoluta di
voti e di
seggi.
Per
il resto scarsa
la stampa quotidiana, scomparsa “Italia
Nuova”, che aveva combattuto la battaglia
del “referendum”, è esistito
il “Corriere della Nazione”, organo del
PNM, ed il “Roma”, strettamente legato
a Lauro . Quanto a
periodici, molti i settimanali, tra cui
“Italia Monarchica” anch’essa
organo del PNM, ”Italia
Sabauda”, ”Tribuna Monarchica”,
a titolo
indicativo, ma non esaustivo, e
poi “IL Regno”, epoca
PDIUM, ma pochi o nessuno di
questi nelle edicole, per
lo più mandati
ad iscritti, ed abbonati , praticamente un circolo
chiuso.
Al
di fuori dei
partiti e dell’ Unione Monarchica Italiana, quanto a
giornali , possiamo
ricordare prima del
1953 , “Governo”, di Roberto Cantalupo, e
dal 1945 , il
“Candido” di Guareschi, che dopo essersi
battuto per la
Monarchia nel “referendum”,
del 1946, nel 1953
fece una vera e propria
campagna elettorale per
“Stella e Corona”, dai
vertici della quale non ebbe
parole di gratitudine. Poi qualche
tentativo culturale, tipo la rivista
“Monarchia” e il mensile “Critica Monarchica”, limitati a
pochi numeri e
pochi anni, qualche
“Quaderno”, edito dal F.M.G., sempre riservato
agli iscritti, che in
molti casi nemmeno
li leggevano.
Arriva il
1972. Scompare il PDIUM , gli
esponenti contrari all'ingresso
nel MSI, fondano l’ Alleanza
Monarchica, hanno uno slancio
iniziale, ma la drammatica
mancanza di fondi
riduce questo movimento, pur ricco
di persone culturalmente valide, alla presenza di un periodico mensile di
indubbio valore storico e politico, ma anch'esso
limitato nella diffusione. Manca una
vera Agenzia quotidiana
di stampa, anche se
nominalmente ve ne è
una ancor oggi, diventata
un periodico, ma che
è nel nome
erede di una
vera agenzia.
Passano i
decenni, le file si assottigliano, anche se
per germinazione spontanea, nascono diversi
giovani preparati che
fanno sperare nell'avvenire.
La
vera cultura però
sempre latita, per cui
è mancato un
approfondimento storico e
politico dell’azione e del
significato della Monarchia
unificatrice, pur avendo avuto
ancora viventi, fino agli
anni ’60 del
secolo scorso, grandi
storici lasciati però
ai margini della
vita associativa del
partito monarchico.
Un solo
circolo culturale a
Roma, attivo ininterrottamente
da decenni, che per
mancanza di mezzi non
ha mai potuto
espandersi in altre
città, né pubblicare metodicamente, ma solo
saltuariamente, le centinaia e
centinaia di conferenze
tenute, tutte di altissimo
livello, quando il Ministro
della Real Casa, Collari
dell’ Annunziata, Presidenti e
Segretari Generali di
partiti e di associazioni
nazionali, senatori e deputati, rettori e
professori d’Università, si ritenevano
onorati di partecipare
e presenziare alla
vita ed alle attività
del circolo.
Il
mondo monarchico, nella sua
storia ha sempre
visto, purtroppo, scissioni
e polemiche interne, di
carattere personale,
eccettuato solo il
1953 e se
ne videro i risultati positivi, polemiche e
scissioni sulle quali
la stampa non
era avara di
notizie , ma vi era , fino
al 1972, un “materiale”
umano, di tutto rispetto
per cui esistevano
Consiglieri Comunali, Provinciali
, Regionali e Parlamentari, che oggi
non esistono più.
Qualcuno potrebbe
obbiettare: però ci sono
le cerimonie religiose! Nulla in
contrario perché anche
questo tipo di
celebrazione e di
ricordo è necessario
e le preghiere
per le anime
dei nostri morti
salgono verso l’ Onnipotente, ma senza
offesa “Con preghiere non
si reggono gli
Stati”, né si fa
propaganda politica. Nel migliore
dei casi, se vi
è un folto
pubblico, il che è
sempre più raro, possono
essere propedeutiche ad
altre più concrete
attività.
Però ci
sono cerimonie seguite
da raduni gastronomici! Anche questi
sono necessari per
nutrire il corpo, conoscersi, affiatarsi, sempre però
che non siano
fini a sé
stesse, e se gli
stessi partecipanti, presenziassero e
si attivassero in
altre più concrete
attività.
Però ci
sono opere di beneficenza! Anche queste sono
attività nobili ed
opportune, se venissero
conosciute, come lo erano
quelle effettuate in nome
del Re Umberto
II, che ebbero qualche risalto
giornalistico, e divenissero anche queste
propedeutiche ad altre
attività, diversamente concrete.
Invece è
passato il 150°
del Regno d’ Italia, gabellato per
Unità d’Italia, pur di
non parlare di Re,
di Casa
Savoia e di
Monarchia, ed ora sta
passando il centenario
della Grande Guerra, ma
le iniziative dei
monarchici sono state
scarse , se si eccettua
una bella mostra itinerante
per tutta l’ Italia, predisposta dall’ Istituto delle Guardie
alle Reali Tombe
nel Pantheon, e non
si è tenuto
conto che erano
le sole ed
ultime ricorrenze in
cui far risaltare
il ruolo positivo avuto
dalla Monarchia Sabauda, che
è l’unica e
sola a cui
gli italiani debbano
qualcosa! Gioacchino Volpe scrisse
una volta che
“Se molto l’Italia
aveva dato a
Casa Savoia , molto di più aveva dato
Casa Savoia, all’Italia”, frase che andrebbe
corretta in quanto
da anni nulla
ha più dato
la repubblica a
Casa Savoia, se non l’
abrogazione, dopo decenni, di un
antistorico ed incivile
esilio, che impedì al
Re di chiudere
gli occhi nella
sua terra natia.
E’
pessimismo tutto questo?
No, è realismo. Se è
lecito il paragone, molti
sono gli scribi
ed i farisei
che vegetano nel
campo monarchico, attenti alla
lettera, ma non allo
spirito della monarchia
italiana, così come uscita
dal Risorgimento, fautrice di libertà civile
e progresso sociale. Ma
anche questo è premessa
o giustificazione per
abbandonare la battaglia? No, è
coscienza e presa
d’atto degli errori
commessi ,per non ripeterli. E’
capire che se
anche un insieme
di circostanze fa
marciare oggi divisi
con dispersione delle
attuali scarse forze, uniti
si può colpire l’inconsistenza istituzionale
e costituzionale repubblicana, vedi l’articolo
139, senza “fuoco amico”, gelosie, miserie, polemiche
ed ostracismi personali, dato che
oltretutto non ci
sono né degli
Alfredo Covelli, né degli
Achille Lauro, o reciproche
scomuniche, anche perché chi
è il Pontefice
che può erogarle?
Un
vandeano
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