Vi era un disegno
imperscrutabile,
immenso
Mafalda ne custodiva il
lume
fulgente, nel suo cuore.
Fiamme di virtù
furoreggiavano,
la sensibilità
splendeva
nel grembo d’ogni suo
pensiero,
amabili gesta
ornavano di semplicità
la sua indole
caritatevole,
radiosa fino all’ultimo
respiro.
Sempre forte nella Fede
strinse a sé ogni
sospiro
mentre menti crudeli
si avventavano
sull’anima sua,
ed il suo corpo inerme
non desiderava altro
che l’abbraccio
strappato con l’inganno
degli amori suoi più
diletti.
Mai si affievolì la
speranza,
è sempre figlia,
moglie, madre
principessa d’Italia,
ben oltre quell’anelito
che segnò
la fine dalla sua vita
terrena
e fu l’inizio
del suo celeste
viaggio.
Mai crudeltà umana
può sopprimere ideali
supremi
né si avvizziscono
virtù
donate da Dio,
mai disprezzo annienta
il nobile amor di
Patria,
né la bontà sfiorisce
serrata nella morsa
della sofferenza.
“Ricordatemi
non come una
principessa
ma come una vostra
sorella italiana”
sussurrò Mafalda,
senza smarrimento né
timore
né titubanza,
erano parole scaturite
dalla grandezza del suo
Spirito.
Le palpebre socchiuse
poi un ultimo sguardo
corse lontano,
mai tanta viltà le
strappò
gli affetti più cari,
Ella li sentiva
accanto!
Chi ha Fede confida nell’eterna
Patria
ove sventola per sempre
il vessillo dell’amore.
Beatitudine l’accolse,
stille d’ogni suo
sacrificio
divennero inestimabili
gemme,
tesori di un altro
regno
dove brillano le anime
pure
forgiate
dalla misericordia
e dal coraggio.
Monia Pin
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