S.A.R. la Principessa Maria Gabriella di
Savoia, invitata dalla Città di Fossano a partecipare allo scoprimento del
Monumento del duca Carlo Emanuele II, nell'impossibilità di presenziare ha
inviato al sindaco, Dario Tallone, al presidente della sezione locale
dell'Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna, Livio Bertaina, e al
vice-presidente vicario del Gruppo Croce Bianca di Torino, Carlo Maria Braghero,
un ampio vibrante Messaggio, da “Granatiere Onoraria” qual Ella è.
Rammaricata di non poter partecipare di persona “ad un evento così importante per la memoria storica, fondamento dei valori civici e morali che ci uniscono”, la Principessa rievoca Carlo Emanuele II, succeduto nel 1638 al Padre, Vittorio Amedeo I, quando aveva appena quattro anni, e rimase a lungo sotto la tutela della Madre, la volitiva e sagace reggente, Madama Reale, che seppe imporsi anche ai cognati, il principe Tomaso di Carignano, suo avo diretto, e il cardinale Maurizio di Savoia.
La
Principessa ricorda che il duca gettò le basi dell'esercito permanente di pace,
garante della sicurezza dello Stato, sempre insidiato dal potente Luigi XIV di
Francia, il Re Sole. A tale scopo nel 1659 istituì le “Guardie del Palazzo”,
dalle quali sorsero i Granatieri e infine gli statuari “Granatieri di
Sardegna”, “sinonimo di disciplina, di unione tra il sovrano e i cittadini e di
Fedeltà alla Patria nella buona e nella cattiva sorte”.
SAR aggiunge di avere due motivi di speciale
gratitudine per l'invito che le è stato rivolto. Anzitutto l'apprezzamento per
gli amministratori della Provincia Granda che conservano e arricchiscono i
monumenti storici. È il caso del Castello degli Acaja, prodigiosamente eretto
in soli otto anni, tra il 1324 e il 1332, per volere di Filippo di Acaja. Esso
“fu abitato anche da Carlo Emanuele II con la madre, Cristina di Francia, tra
il 1643 e il 1646. Oggi sede di una prestigiosa Biblioteca Civica, voluta dal classicista
Giorgio Barbero, con la sua imponenza è punto di riferimento della cittadinanza
e di un vasto territorio”.
“In
secondo luogo, precisa la Principessa al Sindaco, ho motivo di sentirmi tra voi
tutti nell'omaggio al fondatore dei Granatieri perché nel 2004 mi vennero
conferiti gli alamari di Granatiere a Torino, nel corso di una cerimonia voluta
dal conte Alessandro Cremonte Pastorello, all'epoca vicepresidente della
Consulta dei Senatori del Regno”.
Dispiaciuta
di non poter applaudire di persona le musiche che verranno eseguite dalla Banda
Reggimentale dei Granatieri di Sardegna, la Principessa Maria Gabriella di
Savoia confida che sovente ne ascolta le registrazioni conservate nella
Fondazione Umberto II e Maria José a Ginevra.
* * *
Sono
ben noti i profondi legami memoriali della Principessa con la Provincia Granda,
le sue sette città, i suoi borghi. Ceduta la francofona nativa Savoia
all'Impero di Napoleone III, che si spese per l’unità nazionale italiana, il
Cuneese divenne la seconda “culla” della Casa. I suoi Castelli (da Racconigi a
Valcasotto, in corso di recupero e rilancio all'attenzione universale) furono
dimore abituali. Vittorio Emanuele III volle che a Racconigi nascesse il figlio
Umberto, principe di Piemonte (15 settembre 1905), erede al trono.
Nel
Cuneese i Reali avevano rapporti diretti e spesso confidenziali con la
popolazione, che non ne perse mai memoria. Nel referendum istituzionale del 2-3
giugno 1946 nella Granda la monarchia prevalse, come ad Asti, Bergamo e Padova,
uniche quattro province per le quali essa era garanzia di continuità e
stabilità.
Non per
caso le spoglie mortali di Vittorio Emanuele III e della Regina Elena nel
dicembre 2017 furono traslate da Alessandria d'Egitto e dal cimitero di
Montpellier al Santuario di Vicoforte, cuore della Granda, come sin dal 2013
concesso dal Vescovo di Mondovì, mons. Luciano Pacomio. Artefice dell'impresa
che sembrava impossibile fu proprio la Principessa Maria Gabriella che (si
legge nell'“Annuario della nobiltà italiana, 2015-2020” curato da Andrea Borella) nel luglio 2006 venne
delegata dal principe Amedeo di Savoia, duca di Aosta, a orchestrare la cultura
storico-artistica fedele alla Tradizione. Che è quanto ha fatto, fa e farà.
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