NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

lunedì 15 ottobre 2018

Rock per il Re


Patria, corona, anticomunismo, onore: li canta in rima un nuovo complesso nostalgico.

Da Panorama 6 giugno 1978.

Ringraziamo Antonio Maulu, leggendario Segretario del Fronte Monarchico Giovanile per l'articolo.



Il nome è da gruppo musicale impegnato  Nuovo canto popolare. Ma per i nemici e gli amici più maliziosi c'è uno pseudonimo: Savoia ye-ye.
E’ il primo complesso musicate monarchico. Ufficialmente monarchico: aderisce al Fronte Monarchico (Giovanile, nota dello staff), l'organizzazione giovanile dell'Unione Monarchica Italiana. E’ un complesso rock, con tanto di chitarre elettriche e batterie, che concede al tradizionalismo degli ascoltatori monarchici più anziani solo le parole dei lesti delle canzoni . “Uno stile di vita, un cosmo di valori, una certezza nella monarchia domani traspare dalle rime” è il giudizio di Antonio Maulu, segretario nazionale del Fronte.

Spunti. Formato da cinque studenti romani (estrazione borghese, alcuni con genitori di sinistra) Fabio Tornero, Giuseppe D’Amico, Francesco Tallarico, Mario Ladick e Andrea Torronini, il Nuovo Canto Popolare vuole lanciare attraverso la musica messaggi - alternativi a quelli consumisti della disco-music e a quelli della sinistra che ha finora monopolizzato la protesta giovanile». Nel primo long-playing intitolato "La nostra alba" (prezzo politico 3.500 lire, una recensione entusiasta sulla rubrica  “Genio e sregolatezza” del Settimanale missino Candido) gli spunti non mancano.
Prima di tutto cantiamo il senso della Patria e del l’onore, che non sono sentimenti retorici o servili dicono i cinque e lo spiegano nella canzone Roma:

“Un tempo la mia città
era capitale di un Regno
laborioso e guerriero
e il trono usurpato
ha lasciato un grande vuoto
che mai si colmerà.
E tu lotta con noi
contro la polvere del tuo tempo
e tu lotta con noi
per il tuo Re, la tua città.”

Canzone. Testo.


Così dalle canzoni dei giovani monarchici emergono due mondi: quello delle istituzione e dei partiti fatto da piccoli uomini che rubano, l’altro, il loro di giovani romantici e fieri che in uno sventolare di bandiere fanno senza paura testamento a 20 anni e sorridenti tengo i pugni in saccoccia pronti a una lotta di sangue e di amore.
Nemico numero uno e fonte di ispirazione continua per il Nuovo Canto Popolare è il comunismo. Tra i pezzi di maggior successo c’è Ungheria.

“Venti anni fa ti fecero morire
dai ponti sul Danubio
entrarono in città.”

Canzone. Testo.

O Europa amara:

“Un coro di grida dall'Europa
si alzerà fino ad allora dovremo lottare,
soffrire  perché il comunismo
non si sconfigge con le chiacchiere.”

Canzone. Testo.

E soprattutto un veloce brano Marx rock:

“Tu sei I’impegno del salotto,
rivoluzione popolare
una sorsata
di champagne col caviale
tu hai Longo militante
il progresso permanente,
hai il votante operaio
e il denaro del padrone.
Tu sei contro il manganello
hai la falce col martello
 ...del borghese e del marxista
tu sei l’abile regista,
sei il partito italiano comunista”.

Canzone. Testo.

Differenza. Per il critico di Candido la canzone più riuscita (una feroce satira) è invece una ballata: musicalmente simile alle canzoni di Fabrizio De André, ne differisce alquanto noi contenuti.

Si chiama Morte della borghesia e narra:

”La meretrice immonda
oggi è morta ammazzata
suo figlio il comunismo
l'ha assassinata »,

Canzone. Testo.

Sono parole e slogan assai simili a quelli usati usali nei manifesti e nei comizi dei fedelissimi del duro missino Pino Rauti. Loro. Nuovo canto popolare, rifiutano l‘accostamento. » Di destra si ma non con Rauti dicono, pur avendo partecipato a due campi (in giugno quello Hobbit vicino a Benevento e in settembre a Latina) che hanno lanciato l'iniziativa Politico giovanile di Rauti. E  tengono a marcate una differenza tra loro e altri musicanti di estrema destra: “Loro compongono su commissione, noi siamo lasciati liberi alla nostra ispirazione.
Così con le chitarre girano per le manifestazioni dell’UMI “sempre più frequentate grazie al comportamento del presidente della repubblica e alle rivelazioni di giornalisti di sinistra”, si compiace Sergio Boschiero, segretario generale della associazione.


di Chiara Beria

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