Anche la Corona inglese entrerebbe in crisi senza la favola dei Principi Azzurri, con William giovane e bel militare in congedo e Kate mamma radiosa che, nel più chic e naturale dei modi, ha partorito l’erede dell’erede dell’erede che la folla ha promosso erede tout court, incoronando per acclamazione Kate, futura regina borghese. Del resto è così anche nelle altre monarchie d’Europa: non hanno sangue blu Charlene (già sul trono del principato di Monaco), Mary in Danimarca, Daniel che ha sposato Victoria di Svezia e ancora Maxima in Olanda, Mette in Novergia, Letizia in Spagna… L’unica eccezione nobile è Mathilde in Belgio.
Nell'Europa democratica, la Monarchia non è più fatta di politica e neppure è dominata dai demoni dinastici di lady Macbeth, ma dal sentimento popolare che trasforma le cerimonie, i protocolli e le etichette in irrazionale gioia di massa, meglio di un concerto dei Rolling Stones.
La ‘mossa del cavallo’ delle Maestà è il carisma democratico, sopratutto delle donne. Non contano più il portamento, l’ intonazione della voce, l’ impalpabilità, la distanza e il pallore aristocratico. La monarchia si rigenera attraverso le virtù borghesi di donne moderne ma seducenti, madri e mogli ma sensibili ai turbamenti del desiderio, non l’ eroina romantica tutta passione che perdeva se stessa accanto ai grandi dittatori del Novecento, al duce, al führer, al piccolo padre, al grande timoniere, all’ imperatore, domatori domati e persino dominati da giovani e ardenti innamorate, ma un vero, riconoscibile marchio di simpatia popolare come la mela di Apple, come lo Swoosh della Nike, come la parola Coca-cola.
Nella gioia popolare per l’abdicazione di Alberto e Paola del Belgio c’è la legittimazione di massa del gesto più nobile che è il mettersi da parte – altro che rottamazione – perché la continuità del bosco dipende dal taglio degli alberi o troppo ingombranti o estenuati. Abbandonando il trono, il re si conferma re come mai era stato.
[...]
Nessun commento:
Posta un commento