NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

mercoledì 16 gennaio 2019

2019 : La Monarchia in Spagna


Da "Il Tricolore" del 15/1/2019

E’ di grande interesse una recentissima indagine effettuata in Spagna, da NC Report, sull'orientamento istituzionale degli spagnoli e sui problemi relativi alla presenza dell’istituto monarchico e del suo nuovo rappresentante, il Re Filippo VI .
Alla domanda basilare sulla preferenza istituzionale la maggioranza per la monarchia è netta, il 58,3%, ma non plebiscitaria, distanziando la scelta repubblicana di un 31%,essendo la stessa ferma al 27,3% . Gli incerti sono il 14,4% per cui si può pensare che dividendosi fra le due scelte potrebbero portare la opzione monarchica intorno al 65%. Se questi sono i risultati complessivi, la suddivisione per fasce d’età è particolarmente interessante ed importante in vista del futuro. La maggiore percentuale per la monarchia si trova tra gli ultra cinquantacinquenni, con il 61,4, mentre per la repubblica la più alta è nella fascia d’età dai 18 ai 34 anni con il 38,1, pur rimanendo la maggioranza monarchica al 52,4%. In questa fascia d’età è diminuito il numero degli incerti che è sceso al 9,5. Evidentemente i più giovani sono maggiormente decisi nelle loro scelte.
Se questa prima domanda ha un carattere al momento puramente teorico, le domande successive servono ad inquadrare maggiormente la valutazione che gli spagnoli hanno dell’istituto monarchico a cominciare da quella se la monarchia è il simbolo dell’unità della Spagna. Il “sì” in questo caso tocca il 73,1%, mentre il “no” rappresenta solo il 15,4, e la percentuale del “sì’” raggiunge il 59,5 nella fascia più giovane, con sette punti in più rispetto alla precedente scelta monarchica. I soliti incerti rappresentano solo l’11,5 che, sempre nella fascia giovanile sale al 16,7%, dimostrando in questo caso, una strana indecisione che potrebbe modificarsi nel prosieguo del regno di Filippo Vi, in quanto alla successiva domanda se i Reali sono dei buoni ambasciatori della Spagna nel Mondo la percentuale dei “sì” supera l’80%! 
Come pure una larga maggioranza approva l’operato del Re nella crisi catalana. Quanto poi al Re Filippo ed alla Regina Madre Sofia va il più alto indice di gradimento personale, mentre è più basso, anche se positivo, quello per Re Juan Carlos, al quale si riconosce il ruolo svolto per il consolidamento delle istituzioni democratiche, ma nuocciono quelle ultime vicende che portarono poi alla sua abdicazione.
Vi è infine un ultimo aspetto sul quale soffermarsi, in quanto riguarda il futuro della Monarchia e la sua funzione ed è la domanda sulla eventuale modifica costituzionale che dia al Sovrano un ruolo più attivo. Qui i “sì” non superano il cinquanta per cento, attestandosi al 47,1, mentre i “no” sono a poca distanza con il 43,2 e gli incerti al 9,7. 
La formula attuale del Re che regna, ma non governa, come nelle altre monarchie costituzionali europee, rimane la preferita, ed in questo caso una proposta di modifica potrebbe spaccare gli spagnoli, dando argomenti ai fautori della scelta repubblicana, che accuserebbero la monarchia di tendenze autoritarie.
In conclusione si è trattato di una delle indagini più serie ed articolate sull'orientamento istituzionale di un popolo che ha attraversato vicende anche tragiche, ed ha trovato in una rinnovata monarchia il suo equilibrio, che oggi frange estreme, minoritarie, ma non trascurabili, come i “podemos” cercano di stravolgere.

Domenico Giglio

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