Il successo del centrodestra
alle recenti elezioni regionali siciliane
non doveva stupire perché nella storia ormai
settantennale della Regione Sicilia, la sinistra
è stata al potere pochissime volte, ed anche l’ultimo governatore di sinistra, Crocetta, fu eletto non per suo merito, ma per la
divisione del centrodestra. Certamente
c’era l’incognita della
presenza del candidato di un nuovo
movimento politico, i “cinque stelle”, presente per la seconda volta nella storia
elettorale siciliana, ma il discorso del
rapporto favorevole al centrodestra nei confronti
con la sinistra, non
muta, perché anche sommando le due liste della sinistra, la somma dei
voti dei loro candidati è stata enormemente inferiore ai voti dell’unico candidato del centrodestra.
Se poi andiamo indietro nel tempo ricordiamo che i primi governi della Regione Siciliana, anche se presieduti da
esponenti democristiani furono appoggiati da deputati del Partito Nazionale Monarchico ed, addirittura nel governo Restivo, ben due importanti assessorati furono attribuiti ai monarchici Annibale Bianco, all’Industria e Castiglia all’Istruzione, per non parlare del governo di Benedetto Maiorana della Nicchiara,
monarchico, per finire ricordando Antonio
Paternò di Roccaromana, proveniente dalle file monarchiche, per la precisione iscritto a suo tempo al Movimento Giovanile del
PNM, assessore al Turismo. Per
cui, non a caso, gli attuali monarchici siciliani hanno appoggiato Musumeci, contribuendo così alla sua vittoria.
Quanto poi al governo Milazzo,
uscito dalla Democrazia Cristiana, dove confluirono
destra e sinistra, esperimento unico nella
storia della Sicilia e dell’Italia, dove non ebbe eguali. Questo per la
memoria, di una Sicilia non certo di sinistra, e che al Referendum del 1946 votò
a grandissima maggioranza per la Monarchia Sabauda, con il record raggiunto a Messina.
Domenico Giglio.
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