Marta Moriconi
La notizia è un'indiscrezione che sta via via prendendo piede. Felipe VI, re di Spagna, avrebbe revocato il titolo di duchessa di Palma alla sorella Cristina, non condannata ancora, ma accusata di presunte irregolarità fiscali con il marito, l’ex-atleta Inaki Urdangarin.
La notizia è un'indiscrezione che sta via via prendendo piede. Felipe VI, re di Spagna, avrebbe revocato il titolo di duchessa di Palma alla sorella Cristina, non condannata ancora, ma accusata di presunte irregolarità fiscali con il marito, l’ex-atleta Inaki Urdangarin.
La voce la riporta El Pais, e sta facendo il giro del mondo.
L’infanta Cristina, figlia dell'ex re Juan Carlos, è stata imputata per reati fiscali nell’inchiesta che vede Urdangarin come principale accusato di numerosi reati, fra i quali l’appropriazione indebita e riciclaggio attraverso la Fondazione Noos.
Felipe tira dritto, e la Monarchia pure. Questo significa istruire il popolo nella cognizione delle Istituzioni, libertà piena e assoluta di principii, ordinata, non licenziosa. Solo così si può avere una salda fede nelle libertà costituzionali, questo significa davvero democrazia. Qui la Repubblica langue: commissariamo ma anche no, è mafia ma anche no, c'è il Giubileo e i corrotti potrebbero avere un salva-condotto.
Con il patto costituzionale la monarchia non è un’istituzione al di sopra dello Stato ma un organo dello Stato e di uno Stato che funziona, perchè guarda in alto, che ha la sovranità o suprema potestas come dono e non come diritto senza doveri.
Il monarca "parlamentare" Felipe, che deriva il suo potere per diritto di nascita (come il non eletto Renzi praticamente, sic), cresce nel segno dell'esempio, della formazione, sa che il suo potere è puramente simbolico, ma legato a una storia gloriosa, quindi significativo per il suo popolo e la sua nazione. E quanto servono i simboli. Quanto ci mancano.
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