Badoglio a
questo punto presentò
al Re, logicamente le
sue dimissioni, avendo dal
Re il reincarico
per la formazione
del nuovo governo, che
veniva formato il
22 aprile successivo, dopo che
erano state vinte
le ultime resistenze
del solito Partito
d ‘ Azione, i cui rappresentanti entrarono
nel governo, della cui
composizione facevano parte
come “Ministri senza
portafoglio”, Croce, Sforza, Rodinò,Togliatti e
Mancini. Il successivo
24 aprile, il nuovo
Governo veniva presentato
al Re, e, per la
prima volta, dalla nascita
del Regno, i Ministri
non giurarono nelle
mani del Sovrano
ed il Maresciallo
Badoglio fece questa
presentazione:
“Maestà, ho
l’onore di presentarLe
le loro Eccellenze
i Ministri componenti
il nuovo Governo. Essi, ad eccezione
dei Ministri militari
e di quello
tecnico (Quinto Quintieri alle
Finanze), provengono dai sei
partiti rappresentati nel
Comitato di Liberazione. Ognuno di
essi ha le
sue opinioni politiche
alle quali non
rinuncia, ma sulle quali
fa prevalere oggi
la necessità della
concordia per l’ interesse
supremo del Paese.”
Il
Re così rispose: “Signor Presidente
del Consiglio, sono particolarmente lieto
di sentire che
le eminenti personalità
che oggi entrano
a far parte
del Governo, e che
rappresentano le diverse
tendenze politiche della
Nazione, a tutto antepongono
il supremo interesse
del Paese. Lei , caro Maresciallo
ed io, ascriviamo a
nostro onore di
avere sempre posto
l’ Italia in cima
ad ogni nostro pensiero.”
Seguì il
primo Consiglio dei
Ministri ed un
altro il successivo
27 aprile, dove fu
approvata una lunga
dichiarazione programmatica nella
quale si precisava
che permanendo lo
stato di guerra , non
doveva essere discusso
né la questione
istituzionale , la
cosiddetta “tregua“ che
i partiti repubblicaneggianti si
guardarono bene dal
rispettare, né l’assetto dell’ ordinamento statale, politico, amministrativo ed
economico, ed invece doveva
essere accresciuto il
contributo degli uomini
combattenti, ripresa un’attività industriale, favorita la
produzione agricola,
agevolati gli scambi
commerciali e combattuta
la speculazione “….chiamando a
raccolta le energie
di tutto il
popolo, senza distinzione di
classe e di
partito, perché l’ Italia possa
risorgere a nuova
vita.”
Per
il Degli Espinosa
con questo governo
finiva quello che
lui stesso aveva
definito “il Regno
del Sud” ed
iniziava il governo
dell’ esarchia che avrebbe
condotto alla repubblica. In realtà
per 40 giorni
fu invece in
atto una formula
governativa, la cui esperienza
avrebbe potuto essere
ancora più interessante, se il
4 giugno non
fosse intervenuta la
liberazione di Roma, con
l’ entrata in vigore
della Luogotenenza. Il Re, infatti in
quei quaranta giorni, non
interruppe da “ Re
Soldato”, quale era sempre
stato, le sue visite
nella zona del
fronte, ancora il 18
e 23 maggio, nella
zona di Cassino, ed
addirittura il primo
giugno a Terracina.
Firmato il
5 giugno a
Ravello, l’atto di trasmissione
di ogni suo
potere al Principe
Umberto, Vittorio Emanuele III, si
ritirava a vita
privata, dismettendo la divisa
militare ed indossando
abiti civili. Badoglio,
secondo le consuetudini
costituzionali, presentava
al Luogotenente, le dimissioni
del governo, ottenendo il
reincarico. A Roma, però l’ 8
giugno, al Grand Hotel, i
rappresentanti romani del
CLN comunicavano senza
possibilità di modifica, la
loro volontà che il
nuovo governo fosse
presieduto da Ivanoe
Bonomi, che era stato
già a suo tempo ,nel
1921, Presidente del Consiglio, per cui
Badoglio, correttamente
ritornò dal Principe
Umberto, riferendogli quanto sopra, e
di convocare a
questo punto il
Bonomi, perché formasse il
nuovo Governo, che sarebbe
entrato in funzione, ancora nella
“capitale “ Salerno, il 22
giugno, prima di ritrasferirsi
a Roma nel
mese di luglio, per
cui i vecchi
ministri di Badoglio
rimasero al loro posto fino
a tale data.
In
occasione dell’incontro di
Roma, Badoglio, accommiatandosi, volle
però precisare un
fatto storico incontrovertibile e
cioè di avere
consegnato a Bonomi
una Italia ormai
in piedi, concludendo: “Mi sia
concessa una dichiarazione. Voi siete
riuniti intorno a
questo tavolo in
Roma liberata, non perché
voi che eravate
nascosti e chiusi in
conventi, abbiate potuto fare
qualcosa: chi ha lavorato
finora, assumendo le più
gravi responsabilità, è quel
militare che, come ha detto
Ruini, non appartiene ad
alcun partito.”
Così, quasi contemporaneamente, uscivano di
scena Vittorio Emanuele III
ed il Maresciallo
d’ Italia Pietro Badoglio
e gli “Alleati”, che avevano
firmato una “cambiale“
a favore dell’ Italia
del Re e
del Maresciallo, eliminati gli
stessi, non si sentirono
più obbligati ad
“onorarla”, e l’Italia ne
pagò l’amaro scotto
con il trattato
di pace del
1947, contro l’ accettazione del
quale parlò con nobilissimo,
elevato linguaggio quel
Benedetto Croce, tardivamente,
forse, pentito della sua
azione in quei
nove mesi dall’ 8
settembre 1943 al
4 giugno 1944.
Domenico Giglio
B
I B L I O G R A F I
A
- Agostino degli Espinosa: “Il Regno del Sud“ Editore Migliaresi - aprile 1946 Editori Riuniti – 1973 /Rizzoli Editore-1995.
- Pietro Badoglio: “L’ Italia nella seconda guerra mondiale“ Editore Mondadori- 1946
- Mario Roatta: “Otto milioni di baionette” Editore Mondadori – giugno 1946
- Giuseppe Castellano: “Come firmai l’armistizio” Editore Mondadori – ottobre 1945
- Giuseppe Castellano: “ La guerra continua” Editore Rizzoli – settembre 1963
- Nino Bolla: “ Colloqui con Umberto II” Editore Fantera – aprile 1949
- Vanna Vailati: “L’ armistizio ed il Regno del Sud” Editore Palazzi –novembre 1969
- Massimo Mazzetti: “Salerno Capitale d’ Italia” Editore Beta Salerno –settembre 1971
- Antonio Ricchezza:“La resistenza dietro le quinte” Editore De Vecchi- febbraio 1967
- Domenico Bartoli: “L’ Italia si arrende “ Editoriale Nuova –settembre 1983
- Roberto Ciuni: “L’ Italia di Badoglio” Editore Rizzoli – 1993 - (vedi nota 1)
- Gianni Oliva: “ I vinti e i liberati “ Editore Mondadori – 1994 (vedi nota 1)
- Giovanni Artieri: “Cronaca del Regno d’ Italia” vol. II° - Editore 1978
- AA: VV: “Il secondo Risorgimento” Edito Centro Studi e Ricerche Storiche Sulla Guerra di Liberazione -1996
- AA. VV: “La riscossa dell’ esercito” Edito Centro Studi e Ricerche Storiche sulla Guerra di liberazione – 1994
- Nota 1) Ciuni ed Oliva sono decisamente schierati contro Re e Badoglio, ma i loro libri sono ricchissimi di fatti e nominativi risalenti al periodo Settembre 1943 – Giugno 1944
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