Leggiamo che tra poco il capitano delle SS, Erich Priebke, compirà 100 anni.
La repubblica italiana nata dalla guerra civile non perdona chi in quella guerra civile si schierò contro di lei.
Priebke è l'unico ergastolano di 100 anni in Italia.
In Italia si liberano gli uxoricidi perché non possono reiterare il fatto. Questo fino a quando anche la poligamia non sarà resa legale in omaggio alle altrui culture ed in totale spregio della nostra.
Nel frattempo tutti gli altri ergastolani della parte avversa, come Moranino e Toffanin, tanto per citare i primi che vengono alla memoria, sono stati abbondantemente graziati e beneficati con pensioni e tranquillamente morti nel loro letto.
Erich Priebke prese parte alla strage delle Fosse Ardeatine. Un crimine orribile determinato tuttavia dalla precisa volontà dei comunisti ci creare una grave rappresaglia a Roma nella quale morirono prevalentemente partigiani monarchici, cittadini Israeliti e comunisti dissidenti del gruppo Bandiera Rossa.
Era un ufficiale di un corpo in cui gli ordini non si discutevano.
Non merita alcuna medaglia per quello che ha fatto. Non merita alcun plauso né solidarietà. Non merita niente di buono.
Forse un po' di umana pietà per essere entrato in un meccanismo che avrebbe stritolato chiunque. Come tanti in quegli anni.
Ma ci fa specie che la repubblica nella quale la pena deve tendere alla riabilitazione del condannato sia così pervicace nella punizione di un uomo sulla soglia dei cento anni.
Delle tante grazie che si elargiscono forse una a questa SS centenaria pure ci starebbe bene.
Perché noi vediamo più gravi i crimini commessi volontariamente come quelli di Malga Porzus o della strage della missione Strassera che quelli commessi in stato di necessità o di obbligo dal Priebke.
Perché noi vediamo più gravi i crimini commessi volontariamente come quelli di Malga Porzus o della strage della missione Strassera che quelli commessi in stato di necessità o di obbligo dal Priebke.
Ma della giustizia repubblicana è un pezzo che non ci meravigliamo più.
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