L'11 maggio è stato ricordato in una giornata a lui dedicata
il Duca Amedeo di Savoia, Viceré d'Etiopia, Generale di Armata Aerea e M.O.V.M.
Nel quadro di questo incontro rievocativo e scientifico, sono
stati anche ricordati il fratello Duca e Ammiraglio Aimone M.A.V.M. e il nipote
Amedeo di Savoia V° Duca d'Aosta, scomparso 3 anni fa.
L'evento si è svolto al prestigioso Istituto San Leone Magno
di Roma, una delle più antiche scuole cattoliche della capitale, da un comitato
organizzatore presieduto dalla Dott.sa Anna Maria Menotti (discendente
dell'eroe risorgimentale) che ha aperto i lavori con un breve e toccante
discorso che ha riguardato la sua famiglia e la devozione d'essa alla Patria
come valore supremo.
In precedenza c'è stata una funzione religiosa officiata dal
Cappellano militare dell'Aeroporto di Centocelle di Roma. In un clima
suggestivo nella Chiesa madredell'istituto sono state benedette le due bandiere
nazionali quella del Regno e l'attuale.
In entrambe le occasioni ha partecipato una rappresentanza delle
associazioni d'arma patrocinanti; la Presidenza Nazionale dell'Associazione
Arma Aeronautica, la Federazione Romana del Nastro Azzurro e l'Associazione
Nazionale del Fante.
Era presente anche una Rappresentanza del Comando Provinciale
dell'Arma dei Carabinieri.
Al convegno dopo il saluto del Presidente Menotti, è stato letto
un messaggio di S.A.R. il Principe Aimone di Savoia, che ha riscosso molti
applausi Tra il centinaio di partecipanti.
E' seguita la conversazione iniziata dal divulgatore storico Alessandro
Mella che ha parlato della giovinezza dell'eroe, del suo ruolo di soldato e
ufficiale nella Grande Guerra, sino alla sua carriera nella Regia Aeronautica.
Poi il Prof. Andrea Ungari Docente presso gli Atenei Luiss e
Marconi di Roma ha illustrato la vita del personaggio nell'ultimo drammatico e
storicamente decisivo periodo, della sua vita che va dalla nomina a Viceré
d'Etiopia alla morte in prigionia durante la guerra nel 1942.
Sono stati esposti tentativi fatti da lui per migliorare le condizioni
di vita in colonia e l'impegno profuso inutilmente per evitare l'ingresso
dell'Italia nella Seconda Guerra Mondiale che sarebbe stata ferale per l'Impero
che gli era stato affidato.
Accerchiato e male armato resistette un anno con iniziali successi e una difesa che convinse gli inglesi a concedergli (cosa tutt'altro che scontata) l'Onore delle Armi quando ormai nel ridotto dell'Amba Alagi compì la sua ultima e più alta missione, prima della prigionia dove morirà per malaria e tubercolosi.
Infine l'articolista del Giornale d'Italia Gabriele Gigliotti
ha ricordato alcuni aspetti del carattere dell'eroe e del fratello Aimone , personaggio
questo trascurato fin troppo dagli storici e che ebbe indiscussi meriti in
campo tecnico- militare specialmente nella formazione dei mezzi d'assalto a cui
contribuì prima e dopo l'ingresso dell'Italia in guerra e durante la Guerra di
Liberazione che lo vide operante nella Regia Marina a Brindisi durante la
prigionia di moglie e figlio precedentemente catturati dai nazisti.
La cerimonia si è conclusa con il ricordo degli ultimi
istanti della vita di Amedeo (così come lo chiamavano i suoi soldati) che ha
lasciato visibilmente commossi molti presenti.
Francesco Di
Bartolomei
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