Grazie all’impegno dei combattenti della Resistenza e all’opera del Vescovo Rémond, Nizza e il suo territorio circostante divennero un rifugio sicuro per molti ebrei francesi, anche con l’assenso delle autorità militari italiane.
In particolare, la valle della Vesubia divenne una zona di transito e di accoglienza, garantendo agli ebrei una forma di protezione concessa dal comando delle forze di occupazione italiane, guidate dal generale Mario Vercellino.
Chi era Mario Vercellino? Nato ad Asti nel 1879, ufficiale di carriera, combatté nella Prima guerra mondiale, distinguendosi per equilibrio, disciplina e senso di umanità. Durante la Seconda guerra mondiale comandò la 6ª Armata nella campagna di Francia del 1940 e la 9ª Armata in Albania tra il 1940 e il 1941. Nel novembre 1942 fu nominato comandante della 4ª Armata d’occupazione in Francia, con giurisdizione sulla zona sud-est e sulla Costa Azzurra, allora sotto controllo italiano.
Era anche aiutante di campo del re Vittorio Emanuele III, posizione che gli conferiva un ruolo di peso nelle scelte militari e diplomatiche dell’Italia.
Fu in quei mesi, dal novembre 1942 all’8 settembre 1943, che Vercellino si trovò di fronte a una scelta decisiva: eseguire le pressioni tedesche e vichyste per la consegna degli ebrei presenti nella zona italiana o agire secondo la propria coscienza. Scelse la seconda via. Fedele al giuramento a Re, fedele agli ideali del Risorgimento italiano e di Casa Savoia che nel 1848 aveva dato libertà religiosa all’Italia.
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