NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

domenica 9 marzo 2025

Dalla "Bussola Quotidiana" si ricordano del Re e di Casa Savoia...

...E di questo ringraziamo !





La Santa Sindone e casa Savoia, un dialogo antico


Nel 1983 Umberto II, ultimo Re d’Italia, donò al Papa la più importante reliquia della Passione, che per secoli era stata custodita dalla dinastia, dapprima a Chambéry e poi a Torino.


Case reali, nobili famiglie e fede: è un tema che affascina e merita sempre attenzione. Oggi è la memoria liturgica del Beato Umberto III di Savoia (Avigliana, Torino, 1136 - Chambéry, Savoia, 4 marzo 1188) che si racconta avrebbe voluto vestire l’abito religioso piuttosto che vivere alla corte sfarzosa di Chambéry: uomo di forte spiritualità e dedito alla preghiera, il conte Umberto III. Ma, certamente, non avrebbe mai immaginato che a distanza di 265 dalla sua morte, la famiglia Savoia sarebbe stata protagonista di una delle pagine più complesse e affascinanti della storia della Chiesa: la storia riguarda addirittura la Sacra Sindone, il sacro telo che avvolse il Cristo dopo la crocifissione.

Ma per comprendere come tutto ebbe inizio è necessario volgere le lancette dell’orologio della storia al 1453 quando il duca Ludovico di Savoia e sua moglie Anna di Cipro acquisirono una reliquia che già all’epoca cominciava a essere la reliquia più importante della Passione di Gesù: la Sacra Sindone, appunto. Il telo nel quale – a detta di papa Giulio II nella sua Bolla di approvazione della liturgia della Sindone del 1506 – è possibile osservare «chiaramente i resti dell’umanità di Cristo a cui la divinità si è congiunta, ossia i resti del suo vero sangue».
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